Full text: Angeloni, Francesco: L' HISTORIA AVGVSTA DA GIVLIO CESARE A COSTANTINO IL MAGNO. Illustrata con la verità dell'Antiche Medaglie DA FRANCESCO ANGELONI

106.

con l'altre più insigni del Card. Camillo Massimi, hoggi accresce il pregio al tesoro della Macstà della Regina Christina.
   
   16. L'vltimo rouescio, con la Pace, che abbrucia le spoglie restituito da Tito, è di vna medaglia mezzana rarisima, che si conserua nel medesimo Tesoro di sua Maestà.
   
   3. Pare, che la Vittoria porti più tosto il Simolacro di Roma, che di Pallade.
   
   5. La Virtù non calca la Testuggine, mà vn'Elmo, come si riconosce ancora in altro rouescio simile di Vitellio. L'Honore non hà celata, nè altro sotto il piede.
   
   9. XXXX. REMISSA: Quadragesima Remissa. Il nostro Autore seguitò l'interpret atione del Cuiacio, & del Pancirolo, li quali vogliono, che s'intenda la grauezza della Quarantesima imposta da Caligola sopra la somma delle liti, rimessa da Galba. Meglio il Casaubono nel suo Commento sopra Suetonio, riferisce questo Rouescio alla gabella abolita da Galba, la quale si pagaua sopra le mercantie, con nome di Portoria, esatta ne'Porti, e ne gl'altri Luoghi di passo. Questa ancorche prima tolta da Nerone, fù di nuouo estinta da Galba, come si caua dalla presente medaglia. Tacito ne gli annali parlando di Nerone, che pensaua in vn tratto, abolire tutte le gabelle, dopo hauer fatto mentione de'Portorij, soggiunge: Manet tamen abolitio Quadragesimae, Quinquagesimaeq; & quae alia exactionibus illicitis nomina Publicani inuenerunt; segno certo che essendo durata breue tempo l'estintione di questa gahella fatta da Nerone, fù di nuouo estinta da Galba: sopra di che si legga il discorso del Sig. Ezechiele Spanhemio, che nelle sue Dissertationi hà raccolto quanto di più raro illustra lo studio delle Medaglie.

107.
OTONE.


    OTONE figliuolo di Lucio Saluio Otone, e di Albia Terentia, trasse sua origine da Ferentino di Campagna. Col fauore di Aulica Libertina, s'introdusse alla famigliarità di Nerone; dal quale per la conformità de'costumi, fù tanto amato, che fidatogli Poppea, fin che sbrigatosi da Ottauia, potesse con più libertà tenerla per sua, vsando Otone della confidenza, che haueua con l'Imperadore, non pur la godè, mà la si prese per moglie; nè altro risentimento n'hebbe, che di essere spedito da Nerone in Lusitania per Legato. Accostòssi Otone alla parte di Galba, all'hora, che fù assunto all'Imperio; & in Roma, con promesse, e con doni, si rese amici gli eserciti. Ma cessatagli la speranza d'essere adottato da lui, operò, ch'egli fosse vcciso da'suoi parteggiani; e col fauore de'Soldati, per simil via indiretta, ottenne il Principato. Ma tale fù il credito, che si hebbe in lui, che da ciascuno, quasi a forza, fù condotto a simil grandezza. La onde decretò il Senato
   1. la medaglia d'argento; nella quale, oltre la sua effigie con lettere: IMP. M. OTHO CAESAR AVG. TR. P. si vede nel rouescio la Dea Pace in piedi, che vn ramoscello d'Oliuo porge
   2. con la destra, e vi si legge: PAX ORBIS TERRARVM. La qual medaglia fors'anche fù stampata, quando sedò in Roma, con piaceuole oratione il pericoloso tumulto suscitato di notte da certi vbriachi, per cagion d'hauer vedute trasportate, in quel tempo oscuro, di molte armi, e per lo quale tutto il Senato si spauentò fuor di misura: ma con la prudenza di Otone acchetato il rumore, ne conseguì gran lode, e per auuentura fù decretata la detta medaglia: potendosi dire, che dalla Pace nella Republica, poteua sperarsi ancora quella vniuersale del Mondo, e che la terminatione di così impetuoso tumulto, fosse come inditio di Pace nel resto della Terra.
   Ma ripigliando il concetto, che si hebbe della ottima riuscita di simil Principe, e che potesse attendersi vna sicurezza vniuersale sotto il suo Imperio; si vede l'altra medaglia d'argento, entro la quale, dall'opposto lato della testa di Otone, con lettere descritte, è impressa
   3. la Dea Securità, anch'essa in piedi, che sostiene vna corona di felce con la destra, mentre mostra con l'altra vn'hasta, ò scettro, e vi si legge: SECVRITAS P. R. cioè: Populi Romani. Securità è la fermezza, che hà l'huomo nello stato suo, e dal quale non teme di esser rimosso. Questa si attribuisce, nel sudetto rouescio, al Popolo Romano, facendolesi l'hasta, ò scettro 

Waiting...

Note to user

Dear user,

In response to current developments in the web technology used by the Goobi viewer, the software no longer supports your browser.

Please use one of the following browsers to display this page correctly.

Thank you.

powered by Goobi viewer