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GALBA
SVCCEDETTE
all'infame Nerone il buon vecchio Galba, il quale nè per nobiltà di sangue, nè per ricchezze fù punto inferiore a molti Romani: anzi di facoltà, e di gentilezza auanzando tutti gl'huomini del suo tempo, visse sotto cinque Imperadori con gloria, e con honore; e più con I'autorità, che con la potenza si leuò dinanzi Nerone, peròche non era trà coloro, che contro di esso congiurarono, chì fosse stimato degno dell'Imperio, quantunque alcuni da per sè lo si persuadessero, e solo Galba vi fù chiamato, & accettòllo, non con fine di riceuere la Republica per lui, ma di concedere se medesimo alla Republica; poiche soprafatto dagl'anni, e dall'armi, e dalle fatiche della guerra; si era per I'autorità, e per l'esperienza, non men reso grande, e prudente, che. degno di essere inalzato sopra tutti all'Imperio: ma datosi dapoi in preda di Tito Giunio, già suo Luogotenente in Ispagna, e di Licaone Prefetto del Pretorio, e de'suoi Liberti, li quali con insatiabile ingordigia faceuano ciascuna cosa per denari, non lasciò dopo sè alcuno, che desiderasse l'Imperio di lui: ma bensì molti, che si lagnarono della sua morte infelice. Nacque Galba di Seruio Sulpitio Galba, e di Mummia Achaia pronepote di Lucio Mummio cognominato Acaico; il quale prese, e distrusse Corintho; e fù congiunto in parentela con Liuia Augusta: hebbe vn fratello detto Caio, che consumate le proprie facoltà, partì di Roma: e perche Tiberio gli vietò nell'età legitima il Proconsolato, si morì di morte volontaria. Preso per moglie, nello stato priuato, Lepida, che riuscì Donna impudica; & essendogli dapoi morta, con due figliuoli, non volle prenderne altra.
Conseguì il Consolato per opera di Liuia, & appresso gouernò l'Esercito di Germania, e poscia il Proconsolato dell'Africa, fin che mandato da Nerone nella Spagna, vi dimorò otto anni. Mossa la ribellione da Vindice nella Gallia, egli ne fù consapeuole, e la celò. Stimolato da Vindice istesso a prendere l'Imperio, accomodatosi a parlare con l'Esercito, fù da quello, ad vn tratto, salutato Imperadore: nè egli accettò simil nome; ma solamente si compiacque di quello di Commissario in prò del Senato, e del Popolo Romano. Fattolo, per tal rispetto, Nerone dichiarare dal Senato per inimico, gli furono confiscati, e venduti li beni; e Galba vendè quelli, che Nerone hebbe in Ispagna; e stabilitosi poscia con intrepido animo, contra le agitationi di varij successi, sperando, che alle cose giudicate col buon consiglio, douesse seguire il fine perfetto; vdita la morte di Nerone, e d'esser egli assunto dal Senato all'Imperio, ricordandosi, che l'huomo sollecito hà la buona fortuna per guida, si condusse tosto a Roma; doue conseguì molti honori, e quello specialmente delle medaglie, e l'vna, in esecutione del Senato Consulto, altra volta stabilito, che sopra la porta del Palagio Imperiale stesse la Corona Ciuica; si vede stampata con detta Corona, & inscrittione nel di
1. dentro di essa: S. P. Q. R. OB. CIV. SER. cioè:
Senatus, Populusque Romanus, Ob Ciues Seruatos;
contenendo nell'opposto lato la testa con lettere: SER. GALBA IMP. CAESARAVG. TR. P.
Sergius Galba, Imperator Caesar Augustus Tribunicia Potestate:
e ciò forse per dar a vedere, che la vigilanza dell'Imperadore nel gouernare i Popoli, rendeua salue le persone, e l'hauere di essi, e che perciò ben si confacesse il perpetuo attributo di Conseruatore de'Cittadini: ma sopra tutti si stimò, che a Galba conuenisse, essendo valuto il nome, e l'autorità di lui, per distruggere l'infame, & il crudo Nerone. Faceuasi di quercia così fatta Corona, e se ne coronauano le statue di Gioue, quasi ella fosse segnale di vita: la onde, per dare l'insegna della vita a chì era stato altrui cagione di viuere, soleuano i Romani inghirlandare quel tale di frondi di quercia, & essendo perpetuo questo attributo ne gl'Imperadori, per l'auuenuta cagione; perciò simile Corona pendeua dal continuo sopra la porta del Palagio di lui, e tal volta ne fù incoronato Galba, secondo lo dimostrano molte delle sue medaglie. Di essa Corona, come già veduta in Claudio, non si replica la forma in questo luogo.
Furono rappresentate ne'rouesci di due medaglie con teste, e lettere come di sopra, altrettante
2. Vittorie alate, in atto di caminare, e che portando l'vna con la sinistra la palma vittrice, porge con l'altra vna Corona Trionfale con S.C. Fecero la Vittoria alata gli Antichi, quasi ella volasse dal Cielo a coloro, che voleua con prosperi successi, fauorire.