47.
con sue porte chiuse, leggendouisi: PROVIDENT. S.C. il qual Tempio per parere di Adolfo Occone, e d'altri, si tiene esser quello di Giano, chiuso per la Prouidenza vsata da Augusto nel conseguire il fine delle vittorie, ch'egli hebbe.
Nè pare, che possa contradirsi, che non gli fosse cotal medaglia stampata in vita; percioche, se diuersamente fosse incontrato, vi apparirebbe il segnale di chi l'hauesse restituita; nella forma appunto, che auuenne delle seguenti, che sono appresso di me, nè quì si pongono in disegno per non replicarle; contiene nell'vna la testa di esso Augusto senza corona, & in età cadente, con lettere: DIVVS AVGVSTVS: & hà nel rouescio il Tempio di sopra descritto, leggendouisi IMP. NERVA CAES. AVG. REST. S.C.
Nell'altra stà la testa di Augusto, ma più simigliante a Tito, che a lui: hà la corona radiata, e lettere conformi alle sudette, vedendosi nel rouescio il Tempio già detto, con inscrittione: IMP. T. VESP. AVG. REST. PROVIDENT. S.C. cioè,
Imperator Titus Vespasianus Augustus restituit. Prouidentia Senatus Consulto.
dal che si raccoglie, che nelle medaglie stampate dopo la morte di coloro, alla cui memoria furono dedicate, vi si notò sempre il nome di chi le restituì: ma di ciò si vedranno altri rincontri.
Fra li molti, e segnalati honori fatti dal Senato, e dal Popolo Romano ad Augusto, dopo l'auuiso della sudetta vitioria, l'vno fù il decretargli delle Statue, fra le quali vna ve n'hebbe tutta d'oro, posta entro il Senato; e di questa tengo, che restasse accesa la memoria nella medaglia, in cui si vede la testa con la corona radiata, e lettere: DIVVS AVGVSTVS S.C. e si stà nell'opposto lato il medesimo Augusto sedente in habito Consolare, col capo
22. discoperto, in atto di Pacificatore, stende con la destra mano vn ramoscello d'oliuo, e con l'altra, che si stringe al petto, tiene vna patera. contrasegno della già attribuitagli Diuinità, e vi si legge: CONSENSV SENAT. ET EQ. ORDIN. P.Q.R. cioè,
Consensu Senatus, & Equestris Ordinis Populique Romani.
e tengo simil memoria fosse per rappresentare la Pace introdotta da Augusto, e stabilita per tutte le parti dell'Imperio.
Giunto pertanto Augusto di ritorno in Roma, vi trionfò in vn giorno de'Dalmati, degli Iapigi, de'Celti, e de'Galli già da lui di persona, ò col mezo de'suoi luogotenenti, vinti, & domati. Nel secondo giorno rappresentò intera la battaglia di Attio. Nel terzo volle mostrare la presa dell'Egitto, e vi fù condotta la effigie di Cleopatra in atto di esser morsicata dall'a spide, e con essa si videro li figliuoli. Terminò in venti due anni le guerre ciuili, & impadronitosi dell'Imperio Romano, lo resse, e gouernò con tanta prudenza, e giustitia, the fece acquisto dell'amore vniuersale de'Romani, e dell'altre Nationi; percioche, se per l'addietro le cose non ben stabilite erano state facili ad esser'abbattute dalla discordia; regolate poscia da lui, & a placido temperamento di gouerno condotte, furono per lo innanzi, più habili a sostenersi nel fruttuoso modo del viuere, & a rendersi etiandio più dureuoli. Non accettò tuttauia il nome d'Imperadore, cioè quello che denota l'intera potestà dell'imperio, se non nel quinto suo Consolato. Soleuasi ben prima, secondo l'vso antico, per le vittorie conseguite, chiamare Imperadore qualunque Capitano: ma il titolo preso da Augusto, riuscì tanto maggiore del primo, quanto, che notificò la possanza, e lo stabilimento dell'Imperio in sè, e ne'descendenti. Hebbe dapoi il Pontificato Massimo; il quale honore, benche fosse da lui molto desiderato, non volle perciò toglier giamai a Lepido, che lo possedeua, sin che non fù morto, Si crede, che il nome di Pontefice traesse sua origine dal poter fare; poiche l'autorità di quello, & il potere era eminente sopra gli altri Sacerdoti, che a lui obediuano; e li primι Pontefici, al numero di quattro, furono creati di gente Patritia da Numa Pompilio: ma altrettanti ne volle dapoi la plebe, e tutti hebbero vn solo capo, chiamato Pontefice Massimo; appresso al quale stauano scritte le cose tutte appartenenti alla Religione di essi. Tale dignita si attribuirono poscia gl'Imperadori per la superiorità, che recaua con sè, non solamente per commodo proprio loro, ma per l'vtile comune; percioche tanto erano solleciti nelle cose della Religione, quanto in quelle del gouerno dell'Imperio. Entratone però Augusto al possesso, tengo, che così per contrasegno di ciò, come per la facoltà riceuuta del portare la laurea, fosse decretata la medaglia, in cui vedendosene coronato il capo di lui, gli stà dietro vna Vittoria, che fà vista di mantenerglie la aggiustata con
23. la destra mano; sostiene con la sinistra il cornucopia, segnale di douitia, e di felicità, leggendouisi: CAESAR AVGVSTVS. PONT. MAX. TRIBVNIC. POT. e nel dintorno del rouescio sono tali