Full text: Angeloni, Francesco: L' HISTORIA AVGVSTA DA GIVLIO CESARE A COSTANTINO IL MAGNO. Illustrata con la verità dell'Antiche Medaglie DA FRANCESCO ANGELONI

332.

re à primo tempo la Germania fino all'Oceano. Mà che giouaua a'Romani, & a'Popoli amici, e confederati, l'hauer vn'Imperadore prode, e bellicoso, e che ammassaua gran ricchezze de gl'Inimici, se essi veniuano vccisi da per tutto per ordine di lui, e spogliati de'beni loro? nè ciò solamente bastandogli, anche à gli Erarij publici poneua le mani, depredando le Città, e li Tempij di danari, e del migliore, che hauessero: intanto, che s'irritò in fine gli animi di ciascuno, conducendogli à far publiche preghiere, perche così fatte opere fossero in lui punite. Solleuaronsi però gli Africani; & vcciso colui, che era preposto al gouerno loro da Massimino, acclamarono Imperadore il Proconsolo Gordiano, che per la nobiltà, e per gli anni, e per li carichi hauuti, era tenuto in molta riputatione; e scrittone à Roma, fù insieme co'l figliuolo suo Gordiano, approuato Imperadore dal Senato, con l'aggiunto del nome d'Augusto, e dichiarati ad vn tratto Massimino, co'l figliuolo Massimo inimici del Senato, e del Popolo Romano. Mà quando più si viueua in Roma con buone speranze de'nuoui Imperadori conosciuti per ottimi, e che si estinguesse il crudel Tiranno Massimino, giunse l'auuiso, che hauendo Capelliano Rettore delli Mauritani mosse l'armi contra i Gordiani, fattoglisi incontro il giouane di essi, e restatoui rotto, e morto, s'era il vecchio per dolore con la stessa sua cintola strangolato: onde crescendo per così fatto accidente il timore di Massimino nel Senato, tanto più che l'esercito si accostaua verso Italia, elesse ben tosto per Imperadori Massimo Pupieno Prefetto della Città, e Decio Balbino; e chiamati Augusti dal Popolo, e da'Soldati: dichiararono Cesare il picciolo Nepote de'Gordiani, hauendo ciascuno stabilito, che così seguisse. Restato Balbino in Roma, doue andauano suscitando fra'l Popolo, e li Soldati delle seditioni: si mosse il vecchio Pupieno, co'l più, che potè, di esercito, ad incontrar Massimino; il quale ingombrato nell'assedio d'Aquileia, diede agio all'altro di meglio disporre le cose in Rauenna. Mà fatto viè più odioso Massimino à ciascuno per le sue crudeltà, e mancando i viueri a'Soldati, e compreso, che tutta l'Italia, & altre parti erano congiurate contra l'iniquo Imperadore, da quelli fù vcciso insieme co'l figliuolo, su'l bel mezo giorno, entro il proprio padiglione, e lasciati i corpi a'Cani: hauendo così terminato, con la vita, l'Imperio da esso male acquistato, e circa sei anni mantenuto.

333.
PAOLINA.


   NOn altro si sà di Paolina, se non che fù moglie di Massimino, e che morta facilmente in tempo, che egli l'Imperio, con le sue crudeltadi, esercitaua, fosse annouerata frà le Diue. La qual cosa più deue hauersi per fermo, che n'è restato il rincontro nelle medaglie,
   8. con effigie di lei velata, e lettere: DIVA PAVLINA, e che mostrano lei medesima, sopra il Pauone portata in alto, con tali note: CONSECRATIO. s. c. s'è veduto simil Pauone nell'istesso modo in Faustina.

334.
MASSIMO CESARE.


   MAssimo figliuolo di Massimino, fù dotato di singolar bellezza. Imparò lettere Greche, e Latine, & hebbe per moglie Iunia Fadilla pronepote di Antonino Pio. Fù superbissimo etiandio co'l Padre; benche questi di crudelissima natura si dimostrasse. Mentr'era salutato, distendeua le mani, e comportaua, che gli si baciassero le ginocchia. Alessandro Seuero inclinò di dargli per moglie la propria sorella Teoclia, e ne scrisse à Mammea, persuadendouela. Assunto il Padre all'Imperio, volle, che anche Massimo fosse chiamato Cesare, e Imperadore; gli fù però decretata la medaglia con testa, senza Corona, e lettere:
   9. MAXIMVS CAES. GERM. co'l rouescio delle Insegne Sacerdotali descritte altroue, e titolo: PIETAS AVG. volendosi, che la veneratione degli Dei, che si fà ne'sagrificij, rappresentati nelle suddette Insegne Sacerdotali, sia segnale di gran pietà.
   In altra medaglia con testa, e lettere, come di sopra, stà egli medesimo in piedi armato
   10. di Corazza, e co'l Paludamento, che tenendo nella destra vno scettro, pare, che comandi
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