Full text: Angeloni, Francesco: L' HISTORIA AVGVSTA DA GIVLIO CESARE A COSTANTINO IL MAGNO. Illustrata con la verità dell'Antiche Medaglie DA FRANCESCO ANGELONI

279.

Senato verso Giulia; mentre hauendo partoriti più figliuoli, le attribuirono con tal simulacro della Dea Cibele, e col motto suddetto, che sosse anche Madre degli Dei; e che come i Leoni stanno sottoposti al simulacro di Cibele, così essa, con la Materna pietà, potesse qualunque fierezza de'figliuoli andar superando. Si è rappresentato simile Deità in Faustina di Marco Aurelio.
   Vedesi parimente in medaglia con testa, e lettere notate, vna Donna in piedi, che tenendo
   24. nella destra il pomo, solleua con la sinistra vn velo, e vi si legge: VENVS FELIX. S. C.
   Nacquero di Giulia, per parere d'alcuni, due figliuole, e l'vna detta Martia, fù maritata da Seuero in Prolio, al quale diede la Prefettura della Città: ma egli la ricusò, dicendo esser minor cosa tal Prefettura di quel, che fosse la parentela del Principe: l'altra si tiene, che desse ad Etio, persona Consolare. N'hebbe anche vn maschio chiamato Settimio Geta:
   25. per lo che la honorò il Senato della medaglia, che col nome: IVLIA AVGVSTA, e testa con l'acconciatura di capo diuersa dall'altre, mostra vna Donna sedente in terra, col sinistro gomito appoggiato ad vn vaso;dal quale esce, e s'inalza sopra di lei vna pampinosa vite, e la mano destra distende ad vn globo, che le giace da lato; accanto al quale, l'vno dietro l'altro, si veggono quattro fanciulli: con questo titolo: FECVNDITAS. s. c. Tal figura giacente dà a credere, che sia il simulacro della gran Madre, chiamata da più Autori con diuersi nomi: ma quì si chiamerà la Dea Tellure; la quale giacendo parte distesa, e parte solleuata, rappresenta appunto, in tal guisa, quale sia la terra, che hora in piani, hora in valli, hora in colli, & in scoscesi monti si distende. Dal vaso, a cui si appoggia, esce la pampinosa vite, per dimostrar con essa, la fecondità propria. Tiene il Mondo da lato; perciòche finsero gli Antichi esser Tellure moglie del Cielo: volendo inferire, che la virtù raccolta da tutti gli Elementi a guisa di semi, operandoui il calor del Sole, desta di continuo in essa la generatione. Li quattro fanciulli possono intendersi per le quattro stagioni; quantunque potessero dimostrare, in questo luogo, li trè figliuoli di Giulia, col quarto, che le fù figliastro, detto Caracalla: che quantunque non lo generasse, lo custodì tuttauia tra'suoi, e per suo lo riputò.
   In tutte le qualità di persone, ma specialmente ne'grandi, e potenti huomini, la successione de'figliuoli è stimata vna delle humane felicità; la quale senza dubbio genera in chi n'è copioso, singolar consolatione: secondo giudico auuenisse in Giulia, che vedendosi moglie d'Imperadore, e feconda nel generar de'figliuoli, che doueano esser tutti Principi, ella teneua gran cagione di restarne contenta. Il qual concetto stimo, che volesse spiegare il Senato nella medaglia con essigie, e lettere: IVLIA AVGVSTA, & vna Donna in piedi col Cornucopia nella sinistra, e la Palma nella destra mano, e titoli: HILARITAS. s. c. il qual simulacro si è veduto in Aurelio.
   Ma tant'oltre passò l'adulatione nel Senato, che o fosse Giulia grauida, o per honorarla, la venerassero col nome di Giunone Lucina, che conduce felicemente il parto a luce. Vogliono le fauole, che Diana, e Giunone fossero chiamate dalle Donne ne'parti, sotto il nome di Lucina; e questo perche vscita, che ella fù dal ventre di Latona sua Madre, le si voltò subito, ed atta, e presta mostrossi di aiutarla a partorire il fratello Apollo: la onde le Donne inuocauano il Nume di lei; acciòche porgesse loro l'aiuto, già prestato con le proprie mani alla Madre nella sudetta occorrenza. Due rouesci trouo dunque in Giulia, che
   26. tal concetto vanno spiegando: l'vno è di Donna sedente, che sostiene dal sinistro braccio cosa, che rappresenta vn picciol fanciullo; e sù la mano destra le si vede vn fiore più simile al giglio, che ad altro, con inscrittione: IVNONI LVCINAE. S. C.
   L'altro è di vn Carro tirato da due bianchi Cerui, e che vna Donna lo guida, e v'hà tali
   27. lettere: LVNA LVCIFERA. S. C. Tal Carro si vuole, che sia di Diana, che l'istesso è con la Luna: lo tirano li Cerui, per esser ella Cacciatrice, ò come altri vogliono, per significare la sua leggierezza, ouero, che il camino fatto da lei, più velocemente termina di quello, che incontra de gli altri Pianeti, facendo il suo giro in ventinoue giorni, e dodici hore in circa, come quella, che hà l'orbe minore de gli altri: rappresentandosi etiandio, che l'humido di cotal Pianeta, lo rende atto a facilitare la prestezza del parto; e la velocità, con cui corre su'l suo Carro, lo fà tal volta col proprio influsso produrre nel settimo mese a lui sottoposto; e senza fallo il facilita.
   Morto Seuero, e restata Giulia appresso il figliuolo Geta, e'l figliastro Bassiano, che fù 

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