Full text: Angeloni, Francesco: L' HISTORIA AVGVSTA DA GIVLIO CESARE A COSTANTINO IL MAGNO. Illustrata con la verità dell'Antiche Medaglie DA FRANCESCO ANGELONI

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elettere: L.AELIVS AVRELIVS COM. ANTONINVS PIVS FELIX, con quattro bellissime figure di fanciulli, in attitudini diuerse; mostrandosi per gradi l'vno di maggiore età dell'altro; e tre ve ne sono ignudi, e'l quarto coperto di vestimenta: Tiene il primo su'l capo vn cesto di fiori: stringe il secondo con la destra mano vna falce, che solleua in alto, e nella sinistra hà alcune spiche: Sostiene il terzo vn canestro di varie frutta, e reca vn Lepre nella destra: l'altro vestito, e col capo velato, porta sù la spalla destra vn bastone, e dalla sinistra mano gli pendono alcuni vccelli, leggendouisi nel disotto: TEMPORVM FELICITAS. Furono così fatti fanciulli intesi per le Stagioni, volendosi, che il primo rappresenti co'fiori, la vezzosa Primauera: Il secondo con la falce, e col grano la calda State: Il terzo co'Pomi, e col Lepre, il saporito Autunno: E'l quarto così vestito, e con gli vccelli, l'horrido, & agghiacciato Verno; le quali diuersità de'tempi sono cagionate quà giù da'moti del Sole, che concede con benigno temperamento alla Primauera le frondi, & i fiori: col torbido calore del Cancro, e del Leone dispensa alla State il maturare delle biade: colla mollitie dello spirare d'Autunno comparte a così fatta stagione il saporito delle frutta; e fra l'vno, e l'altro temperamento introduce nel Verno il rigore del freddo, e la bianchezza della neue.
   Si esercitò Commodo nel guidare delle Quadrighe, e tanto vi si stimò valeuole, che comparue vna fiata vestito da Auriga nel Circo, a dar le mosse alle Carrette, e correre nel cosperto del Publico: anzi vi è chi scriue, che mosso poi dal pazzo suo furore, montato sopra il Carro tirato da quattro feroci destrieri, tanto gl'infestò, che riscaldati in così fatta fuga si posero verso vna scoscesa rupe, che precipitando al basso, non pur essi creparono, e'l Carro andò in pezzi; ma Commodo istesso assai mal concio, & in alcune parti non lieuemente offeso, ne fù riportato al Palagio. Auanzaronsi ad vn tratto, per mio credere, gli adulatori a dire, che ciò non per effetto di pazzia, ma per segnale di gran cuore, e di valentigia fosse seguito; che poteua l'Imperadore pareggiarsi al Sole nell'aurigare, e che se fosse a lui conceduto il condursi col Carro sopra le nubi, mostrerebbe ben'egli in paragon di Febo, quanto nell'arte del guidarlo gli fosse superiore. Il qual concetto pare, che non vscisse a voto; peroche si vede
   27. il tutto espresso entro il medaglione con testa di Commodo, e lettere: M. COMMODVS ANTONINVS PIVS FELIX AVG. BRIT. e col Carro nel rouescio, che da'Caualli spiccato di terra, và sormontando sù certe nubi, e vi stà l'Auriga in piedi, in atto di aumentare loro l'ardire, sgridandoli, e mostrando di volerli sferzare, se neghittosi nel viaggio si rendessero: nel disotto a così fatte nubi giace sù la terra vna Donna, col Cornucopia nella sinistra mano, e tiene la destra solleuata verso colà sù, doue il Carro vede salire; Questa giudico essere la Dea Tellure, la quale vada mostrando, con solleuata mano, che mentre il Sole communicherà il suo viuifico calore entro le viscere di lei, ella manterrà nel Mondo l'Abbondanza cagione di qualunque felicità notificata nel Cornucopia sostenuto da essa; ma per adattare il concetto alla persona, o per adeguarlo alla proposta adulatione verso di Commodo, potrebbe dirsi, che tanto sarà felice l'Imperio, quanto ne terrà il dominio Commodo, che à guisa di Carrettiere, à sua voglia lo reggeua.
   Nell'vccidere delle fiere ne'spettacoli, doue con gli altri conueniua l'Imperadore, egli riportò gran lode; peròche parue, che non liberasse già mai freccia dall'Arco, che mortalmente non colpisse là doue inuiata l'haueua. Il Senato lo chiamò Hercole Romano, e gli dirizzò delle Statue con tale habito, e sacrificò a lui, come ad vn Dio; poiche si era posto in cuore di competere con esso nel tirare dell'arco, e nell'vccidere delle fiere seluaggie, vestendosi
   28. col vello di Leone, e con la Claua, secondo appare in medaglia; con testa ornata del teschio di Leone, e de'titoli: L. AEL. AVREL. COMM. AVG. P. FEL. hà nel rouescio la Claua in
   29. mezo di vna corona di lauro; entro la quale si legge: HERCVL. ROMANO AVG. S. C.
   Ma più chiara si raccoglie così fatta pazzia in altra medaglia con testa laureata, e lettere: M. COMMODVS ANTONINVS AVG. PIVS, e lui stesso ignudo fermato con la destra mano sù la Claua, e con l'Arco nella sinistra, pendendogli dall'istesso lato il Vello Leonino, e v'è scritto:
   30. P.M. TR. P. VIIII. IMP. VI. COS. IIII. P. P. S. C. e forse, che ciò rappresenta certa attione, raccontata da Herodiano: che dopo hauer Commodo nell'Anfiteatro fatte varie proue dell'aggiustato tirare suo delle freccie; intantoche trà le molte fere da lui vccise, giunta con acerrimo corso vna Pantera per sbranare vno iui gittato, egli la ferì con sì opportuno colpo, che morta la bestia, l'huomo rimase saluo. E fin li Mauritani Struzzi velocissimi ne'piedi, e 

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