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mi sembra il più nobile per artificio, e'l più adorno de gli altri. Stà questo nel rouescio di
44. vna testa coronata d'alloro, e titoli: IMP. CAES. T. AEL. HADR. ANTONINVS AVG. PIVS P. P. cioè
Imperator Caesar Titus Aelius Hadrianus, Antoninus Aug. Pius P. P.
sostenuto da otto colonne, le prime nel di fuori dimostrano, verso le basi, due statue sù i lor piedestalli; ciascuna delle quali tiene nelle mani vn ramo di Palma: nel mezo sono due simulacri sedenti,che possono rappresentare Adriano, e Sabina: l'architraue sostenuto dalle suddette colone è grande, e magnifico; e così nel di sopra, come nel vano di dentro, vi si veggono ornamenti di varie figure, leggendouisi: TR. POT. XIIII. COS. 1111. e nel di sotto: PIETAS S. C.
Sopragiunse in tempo di Antonino gran penuria di vino, d'olio, e di formento, ond'egli dolendosi con giusto animo dell'altrui calamità, prouedutone co'danari delle proprie entrate, ne dispensò largamente al Popolo, senza ritrarne frutto, oltre la beneuolenza di quello. Seguirono altre auuersità, per le rouine di fabriche notabili, e per molti terremoti, che gittarono a terra le Città dell'Asia, e Rodi: Ma egli con la grandezza dell'animo, e col ristaurare magnificamente il tutto, s'oppose à i moti della Natura, che bene spesso vsa il suo potere, non meno contra le Città abbattendole, che contra gli huomini. Accaddero anche in Roma, in Narbona, in Antiochia, & in Cartagine, di grandi incendij. Inondò il Teuere, e furono riferiti di molti prodigij. Farasmane Rè si trasferì à Roma, solo per vedere Antonino, e maggiori doni gli portò di quello, che già si facesse ad Adriano. Diede Pacoro per Rè a'Ladij; & in virtù di vna sola lettera riuocò il Rè de'Parti dall'espugnatione de gli Armeni; e poscia gli negò la restitutione della facoltà elettiua, tolta a quel Regno da Traiano, volendo che riconoscesse la Corona Regia da'Romani Imperadori. Strinse con l'autorità il Rè Abagaro di andare a lui dall'Oriente, e terminò la causa; per la quale lo chiamò. Alli Taurosciti, che con gli Olbiopoliti Popoli dell'Asia, haueuano guerra, mandò de gli aiuti; col calore de'quali restarono gli auuersarij superati. Maritò Faustina sua figliuola a Marco Aurelio, e fin col dare il donatiuo à soldati, rese cotali nozze fuor di modo solenni: hauendo etiandio promesso a Vero, dopo la Questura, il Consolato. E con tutto che egli procurasse di mantenere in pace l'Imperio; non lasciò nondimeno declinar punto ne'soldati la solita disciplina,
45. e l'essere bene affetti, e fedeli, raccogliendosi dalla medaglia, con Donna in piedi, che distendendo le braccia, stringe con ciascuna mano vn'Insegna militare; cioè il Labaro, e l'Aquila, e vi è scritto: TR. POT. XIX. COS. 1111. S. C.
Per cagione di certa festa, donò Antonino al Popolo varie sorti di animali stranieri; trà quali de gli Elefanti, e fin cento Leoni. Per segnale della. qual munificenza, si vede entro il
46. rouescio di medaglia di lui, vn bellissimo Elefante in atto di caminare, con lettere: MVNIFICENTIA AVG. COS. 1111.
Celebrò Antonino i Giuochi Decennali solennemente, cõ Voti, e Sacrifici. Si vede il segnale d'vno de'voti fatti per la salute publica,ò per quella di se stesso, nel rouescio di medaglia
47. con figura togata, che sacrifica sopra'l Tripode, tenendo con la destra mano la Patera, e vi è notato: COS. IIII. VOTA. S. C. in altre: SVSCEP. DECENN.
Hebbe tale prouidenza Antonino, che non operò mai cosa, che prima non fosse da lui ben considerata, e della quale in Senato, e per editti, non rendesse la ragione, che al deliberarla il conduceua, e ne furono però i Popoli gouernati in modo, che dalla prouidenza del Principe, e dalla rettitudine dell'animo di lui, e della sua pietà, riceueuano solleuamenti grandissimi ne'loro bisogni: allargandosi tal virtù nel prouedere specialmente, che la carestia de'viueri non gli dannificasse, secondo si è già dimostrato, e che tuttauia si raccoglie in
48. medaglia, con Donna; la quale mentre appoggia la destra ad vn timone posto sopra di vn globo, sostiene con l'altra il cesto, o misura, grauato, per quel, che io mi creda, di molte spiche, onde accorre col ginocchio, posato sù vna prora di Naue,a sostenerlo, leggendouisi: TR. POT. XX11. COS. 1111. S. C. Tengo, che tal figura denoti la Prouidenza; peròche doue fà più bisogno il valersene, che là doue contra il furore de'venti, conuiene di ben reggere vna sbattuta Naue? e però le si fà il timone, col quale il tutto si regola: posa sopra il globo, cioè sopra il Mondo: dimostrando il regolato, e prouido Gouerno dell'Imperadore verso le Prouincie, e i Popoli suoi: sostiene cotal figura il paniere di spiche, apparendo, che vna prora di Naue, che le giace sotto i piedi, le sia in ciò aiuteuole, per dar'a vedere, che nelle grandi penurie, egli fece, e recò da lontanissime parti i prouedimenti necessari al vitto de'Popoli.