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mentre mostrò tenere in maggiore stima i Parti, che i Romani, pregiandosi d'hauerlo riceuuto da quelli, e non da questi, e lo diede al figliuolo: volendo Traiano fare apparire in ciò la Giustitia conueneuole al Padre, e la Clemenza vsata al Figliuolo. Andò visitando quelle Prouincie, e benignamente trattati que'Re, che si mostrarono vbidienti, confermò loro i Regni, e gli altri ne priuò, che gli si opposero, concedendoli a gli a mici, e mandando quelli a Roma prigioni, Le quali opere, che furono grandissime, si veggono confermate per la
37. medaglia con testa laureata, e lettere allegate; & vn palco nel rouescio, sopra di cui stà sedendo l'Imperadore, con due figure da'lati in piedi, & egli stende la destra ad vno, che da terra solleua la sua, in atto di prendere da esso alcuna cosa, e due altre figure si veggono dietro di questa nel piano medesimo, leggendouisi: REGNA ADSIGNATA. S. C.
Le quali cose auuenute, per effetto della prouidenza vsata da Traiano nell'incaminare il tutto con ottima dispositione, persuasero il Senato a rendere di ciò vn chiaro, e glorioso
38. testimonio, in prò di lui, decretando la medaglia, con solita testa, e lettere, & vna Donna in piedi stolata, che appoggiato il sinistro gomito sopra vna Colonna, stringe in quella mano lo scettro, o hasta; mentre abbassando la destra, accenna col dito il Globo Celeste, che cinto dalla fascia del Zodiaco, le giace a'piedi, leggendouisi: PROVIDENTIA AVGVSTI. S. P. Q. R. S. C.
Frà i Popoli pare, che la Prouidenza deriui immediatamente dal Principe loro: Di questa volle intendere il Senato, nel decretare simile medaglia, e non dell'altra, che procede da Dio. Come dunque, secondo il concetto de gli Antichi, la Prouidenza del Principe gouerna quà giù il tutto; così la figurarono, che accenna il Mondo, come a lei soggetto: ma è ben vero, che le stà il globo lontano, e solamente l'accenna col dito, per dimostrare, che non impone necessità, o forza: lo scettro, che hà nella mano, dimostra tuttauia il dominio, che tiene; e si appoggia ad vna Colonna, per la fermezza, che è propria della Prouidenza.
Terminati da Traiano gli affari ne gli Armeni, e ne'Parti, sopraggiunto dal Verno, ritirossi con l'Esercito in Antiochia, e suoi contorni; doue s'vdì tal terremoto, che grandissime rouine, e portenti spauentosi vi cagionò. Se ne partì l'Imperadore nella Primauera, & andato nella Siria, gli conuenne d'attaccare iui, co'Barbari, fiera zuffa: hauendo in quei stretti passi, hauuti specialmente incontro gli Adiabeni; e vi pose tutta la State a soggiogarli. Nell'entrare suo nella Siria, giunto all'Eufrate, trouò i Ponti rotti, le Naui bruciate, e quei Barbari posti in armi, che per vietargli il modo d'appressarsi loro, haueuano fino i Boschi bruciati; acciòche nè le Naui, nè i Ponti potesse di nuouo edificare: mà egli con la sua potenza superato il tutto, rifece i Ponti, e le Naui, e passando in qualunque luogo, gli fù in piacere, li conquistò. Il sourano ardire dimostrato in tale impresa da Traiano, rappresentò, per auuentura, alcuna delle Città a lui diuota entro il medaglione con testa
39. laureata congiunta a tutto il petto, e lettere: DIVO NERVAE TRAIANO AVG. e lui medesimo a cauallo, che vibrando vn'hasta, quasi per segnale di dominio, si spinge oltre di vn Ponte, alla congiunta pianura; e si vede non da quello distante vn Leone, che condotto per gran sete sotto l'istesso Ponte, stà beuendo; e forse ciò per dinotare, che simile paese abbonda di così fatte fiere. Che in detta medaglia, e nell'altra col Circo Massimo fosse attribuito a Traiano il nome di Diuo, non dee recare marauiglia, perche ciò si stimaua all'hora come douuto a suoi gran fatti, & in altre medaglie si vede, che fù per tal guisa honorato: oltre che gli stessi Barbari della Siria, quando lo videro esporsi con tanta audacia a grauissimi pericoli, & entrare ne'Regni loro, e trasportare per terra le Naui da vn fiume ad vn'altro, e fare di simili attioni da persona di gran cuore, lo giudicarono nõ huomo, ma alcuno de gl'Iddij venuto per distruggerli: simile medaglione mi fù recato con altre medaglie dal Sig. Gasparo Altadiani di S. Seuerino Benesiciato in S. Pietro di Roma, buono, e leale mio amico, e grato a ciascuno, perla sua naturale amoreuolezza, & affabilità.
Trasferitosi in Babilonia, tentò di farui vn'opera, che auanzasse l'altre ben grandi condotte da lui a glorioso fine; peròche aperti i Letti delli fiumi Tigre, & Eufrate, fece di amendue vna profonda Valle, per la quale l'acque dell'vno, potesse entrare nell'alueo dell'altro, e vi fabricò vn Ponte, con habitationi, giardini, & altre commodità, le quali furono poscia vsate da'Paesani, chiamando cotal luogo Traianica Babilonia. Ridusse alla sua obedienza Atabilo Rè, che dimoraua co'Popoli a lui soggetti, in vna grande Isola del Tigre; & entrato