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all'emendatione di essa haurei potuto partecipare le censure, e le riproue, che dal medesimo Autore mi erano state communicate, per riformarla. Ma quando tale speranza, per longo corso di anni, erasi in me affatto spenta, al fine germogliò di nuouo all'improuiso; poiche essendo mancati gli esemplari, veniua quest'opera à rigoroso prezzo, ricercata da quelli particolarmente, che desiderano incaminarsi nel nobile, e diletteuole studio delle Medaglie, essendo essa molto facile, e propria ad introdurne il diletto. Onde il Signor Felice Cesaretti Libraro Romano di molta stima, & industria, hauendo raccolto i rami tutti delle figure, ò siano tauole delle Medaglie, si propose la seconda editione con due qualità, che la rendessero superiore alla prima. Fù l'vna di accrescere, e riempire con nuoui rouesci i luoghi vuoti, e vacanti delle medesime tauole, li quali non poche essendo, rendeuano l'Opera imperfetta. L'altra qualità maggiore fù di ripulirla, per quanto fosse stato possibile, à quella perfettione che l'Autore istesso haueua desiderato. Atal suo proponimento m'inuitò egli efficacemente; e benche per lo spatio di si longo tempo, in me ne restasse intepidita quella prima sollecitudine, contuttociò sentij qualche stimolo di gratificarne la memoria dell'Autore. Condescesi adunque, e mi proposi di emendar l'opera dalle Censure là doue io fossi stato bastante, ma non mi fù permesso; poiche altrι fortemente si opposero, affermando che in tal modo, anzi di perfettionarla, si sarebbe più tosto lacerata, douendosi lasciare à ciascuno l'arbitrio d'interpretare, e dar giuditio deglι altrui componimenti. Stimai però meglio il cedere, e lasciar questa fatica per me inutile, e perigliosa; e me ne sarei del tutto astenuto, se non fosse stato l'impegno, e'l rispetto di non distornar per mia colpa, l'impressione già su'l torchio stabilita. Al qual motiuo si aggiunse l'autorità di chi persuase esser di maggior prositto il riferir le Censure medesime; poiche in tal modo ciascuno hauerebbe potuto riconoscerle e giudicarle valeuoli, ò infruttuose. Si che preualendo tal consiglio, sotto la vita di ciascuno Imperadore, si sono poste esse Censure, col titolo di Emendationi, perche à questo fine, & in questa forma furono allhora auuertite dall'Autore istesso per renderle più forti, ed euidenti alla correttione, essendouisi solamente interposto qualche detto per maggiore euidenza, e proua dell'argomento che si tratta. Non però intendo io di fare vfficio alcuno di Censore, nè altri può ragioneuolmente accusarmi d'ingratitudine, rispetto il douere che mi obbliga alla memoria di esso, non portando fuori alcuna mia accusa per condannarlo, ma solamente auuertendo le cose da esso scelte all'emendationi della sua Historia. Auanti però le medesime Censure, prima si sono poste breuissime Descrittioni de'Rouesci aggiunti ne'luochi vacanti delle tauole, come si è detto; li quali Rouesci hanno doppio pregio, e per la rarità loro, e per esser tratti dal Tesoro delle Medaglie della
REGINA CHRISTINA AVGVSTA,
essendosi elette le Latine, per conformarsi alla mente dell'Autore, che di Latine Medaglie la sua opera compose. Hauendo così approuate le mie parti verso di esso, mi resta hora il render testimonio del pregio, che faccio della sua Historia, per l'affetto che ancora mi volge alla stima.
Io per me dunque approuo l'Historia Augusta dell'Angeloni di ogni commendatione degnissima, per lo stile, facilità, ed applicatione de'Rouesci alle narrationi historiche, che in breui periodi chiudono le attioni principali degli Augusti, proposte alla vista con l'imprese, & immagini delle Medaglie, nel qual modo egli conduce i nobili spiriti alla dilettatione dell'antiche memorie. Di quelli perù, che seguitando le Muse dell'Autore diuennero illustri ne'medesimi studi, in luogo di tutti, ci giouerà la sempre da me riuerita memoria di Camillo Massimi Cardinale, che nella sua sauissima adolescenza, e nel tempo che daua opera alle più graui discipline, non tralasciò di freguentare il Museo Angelonio, insinuatosi in lui vna commendatissima dilettatione delle Medaglie, e delle Antichità, che à perpetuo ornamento di se stesso e della sua patria Roma, ne trasmette à posteri gloriosa la rimembranza. Quì ripongo ancora il merito del Signor Francesco Cameli degno Bibliotecario, ed Antiquario dell'
AVGVSTA REGINA CHRISTINA,
il quale altrettanto risplende nella luce dell'ingegno, quanto n'è priuo il senso corporeo con publico danno: egli volentieri dall'Angeloni medesimo riconosce i primi moιiui della sua eruditissima applicatione alle Medaglie. Allieuo del medesimo Museo fù ancora Gio: Angelo Canini, che donò al publico la sua bella Iconografia, ouero Immagini degl'Huomini illustri dell'Antichità. Dir potrei di molti altri quando ciò fosse opportuno per cumulare le lodi dell'Autore, il quale come viuendo si consacrò alla virtù & à gli ottimi studi, così dopo morte, per ogni tempo, ne resterà immortale il nome.