Full text: Angeloni, Francesco: L' HISTORIA AVGVSTA DA GIVLIO CESARE A COSTANTINO IL MAGNO. Illustrata con la verità dell'Antiche Medaglie DA FRANCESCO ANGELONI

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dell'Imperadore, e vi si legge nel disopra: FILINVS, il quale potè essere alcuno famoso Musico di quei tempi, a cui apparteneua la corona, e la palma suddetta, e che doueuano, come da giudice, essergli concedute da Apollo supremo direttore delle Muse, del canto, e del suono.
   Fù anche rinouata in medaglia con testa laureata, e lettere: TRAIANVS AVG. la memoria
   4. del nascimento di Alessandro Magno; vedendosi nel rouescio Olimpiade Madre di lui, che sopra d'vn letto parte si giace, e parte siede, & appoggia il sinistro gomito su'l dorso d'vn Delfino, che per ornamento del letto, cred'io, serua in tal luogo; ouero per denotare la saluezza; poiche col mezo del Delfino molte persone furono tratte salue dal Mare: con la sinistra. mano fà vezzi ad vn Serpente, che le stà dinanzi in piedi, se non che in alcuni lati si ritorce, e vi si legge: OLIMPIAS REGINA. Non saprei giudicare qual senso s'hauesse, chì stampò tal medaglia: ma egli hebbe forse per fine il mostrare, che come nacque Alessandro di Olimpiade, col concetto d'essere figliuolo del Dio Ammone, che in forma di Serpente vsò con, essa; così parimente si giudicasse Traiano essere figliuolo d'alcun Dio, tanta virtù, e tanto valore dimostrò in qualunque attione: ouero, che a guisa del parto d'Olimpiade, da gl'Indouini pronosticato, per inuincibile, haurebbe anch'egli, con la sua virtù, debellato il Mondo: ò pure si volle intendere, con alcun senso d'adulatione, che Traiano trasse sua antica origine da Alessandro.
   Visitò Traiano, di persona, gli Offici, e l'arti di Roma, e là doue accadde, impose vtile, riforma al tutto, ordinando, che chì non poteua lauorare, fosse alimentato dal publico. Moderò l'osseruanza delle feste, riducendole a minor numero; e souuenne di varie cose coloro, che n'erano in bisogno, honorando, & esaltando i virtuosi; benche egli molto dotto non fosse, e verso chì ne fù meriteuole si mostrò magnanimo, liberale, e clemente; la onde giudico, che per rappresentare principalmente la clemenza vsata da cotal Principe, si stampò la medaglia
   5. con testa coronata d'alloro, e lettere: IMP. CAES. NER VA TRAIANVS GERM. P. M. & vna maesteuole figura di Donna nel rouescio, che sedendo con agio sopra vna bellissima sedia, porge con la destra vn ramoscello di lauro, e sostiene con la sinistra lo scettro, leggendouisi: TR. POT. COS. 111. P. P. S.C. la quale figura non può dirsi, che altro sia, che la Dea Clemenza, e quella appunto, che in qualunque sua attione vsò il valoroso Traiano; perciòche egli hebbe tal virtù d'animo, che lo rendeua facile alla compassionc, al perdonare, e pronto al souuenire altrui ne'bisogni: si figura tal Deità sedente, per dimostrare in simile guisa la mansuetudine, e la quiete: lo scettro dà a vedere, che può, nè vuole vsare il rigore: come col ramoscello d'alloro si purificauano coloro, che haueuano offesi gli Dei. La Clemenza è propria del Principe: il quale ò gouerni nella pace, ò nell'armi, esercitando la giustitia vendicatiua, doma con tal virtù l'ira, passione vehementissima, togliendo la vendetta; di che non, è cosa al senso humano più dolce, & egli ne resta perciò glorioso.
   Gli adulatori, li detrattori, e li buffoni, come persone di peruersa, e maligna natura, & atte ad inquietare lo stato tranquillo, non meno delle Case, ò Palagi, che delle Città, non, hebbero luogo appresso di lui. Inclinò, per sua natura, alla guerra: ma non lasciò di conseruare la pace. Ristorò, aggrandì molti edificij in Roma, & altri grandi, e nobili edificò di nuouo: publicando etiandio, che chiunque hauesse voluto fabricarui, gli verrebbe somministrato il terzo della spesa dall'Erario publico; e tutto eseguì, senza recare grauezza ad alcuno. Ma trà le fabriche prese a ristorare dalla magnanima grandezza di Traiano, l'vna fù quella del Circo Massimò, già da più lati cadente; nel quale egli mostrò altrettanto lo splendore dell'animo suo, quanto posso io pregiarmi d'essere stato honorato dal Signor Marchese Vincenzo Giustiniano della medaglia, che fimile Circo contiene. Questo Caualiere, con l'aumento fatto de'Tesori lasciatigli dal Signor Gioseppe suo Padre, per serbare in grado di stima, e di dignità la propria nascita, s'è anche mostrato di essi largo dispensatore, col comperarne delle Castella, con l'edificarui delle Chiese, col mantenere de'virtuosi, e col fare acquisti di Pitture, e di Scolture celebri in questo secolo; peròche hauendo ornate le numerose Stanze del suo Palagio di quadri fatti da'maggiori maestri, hà con triplicati ordini ripiena di Statue vna lunga Galleria, e sparse per le Stanze istesse, per le scale, per li Cortili, e per più suoi Giardini, delle figure, delle teste, de'vasi, e de'bassi rilieui di marmo antichi di notabile bellezza, e valore: intantoche dimostra vna sembianza, a chì colà si conduce, d'vn'habitatione 

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