Full text: Angeloni, Francesco: L' HISTORIA AVGVSTA DA GIVLIO CESARE A COSTANTINO IL MAGNO. Illustrata con la verità dell'Antiche Medaglie DA FRANCESCO ANGELONI

148.

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TRAIANO


   VARIAMENTE si discorre intorno la nascita di Traiano; perche quantunque la maggior parte de'Scrittori conuenga, che egli fosse Spagnuolo, e disceso dalla Città d'Italica, tengono alcuni nondimeno, che hauesse per Patria Todi dell'Vmbria; parendo, che ciò si raccolga da Aurelio Vittore. Mà comunque la cosa stia, que sto è almen certo, che nacque di nobili parenti, e Traiano chiamòssi il Padre, & egli riuscì valoroso, e di tanta virtù adorno, che ciò potè persuadere à Nerua lo eleggersi più tosto lui, che alcuno de'proprij parenti, per successore nell'Imperio. Riceuè dunque in Colonia le Insegne Imperiali, inuiategli a tal'effetto; e di là partito per Roma, correndo l'età di quarantadue anni, vdì nel viaggio, la morte del Padre Nerua: onde accelerò l'arriuo per celebrargli, come fece, solennemente l'esequie con l'vsate cerimonie, riponendolo frà Diui. Stabilì molte cose per riordinare lo stato della Republica, che era mancato. Giurò in Senato, che non haurebbe fatto morire giamai alcun huomo pacifico, e buono, e lo mantenne. Hebbe per moglie Plotina Matrona di qualità riguardeuoli.
   L'vniuersale certezza, che haueua il Senato, e'l Popolo Romano del valore, e dell'altre virtuose parti di Traiano lo rese caro à ciascuno, e tutti senza ripugnanza l'vbidirono. E'facil cosa, che mentre egli dimorò fuori in varij carichi, sì come hebbe modi per farsi amare in Roma, così ne vsasse in quelle parti; e che perciò vditauisi la successione di lui all'Imperio, facessero quei Popoli delle dimostrationi di allegrezza, nè lasciassero di publicare, in molte guise, le memorie gloriose di cotale Imperadore, e che gli stampassero etiandio delle medaglie: vedendosene alcune, e specialmente
   1. quella, che oltre la testa, e tali note: IMP. CAES. TRAIANVS AVG. P. M. TR. P. P. P. PROCOS. cioè: Imperator Caesar Traianus Augustus, Pontifex Maximus, Tribunicia
   2. Potestate, Pater Patriae, Proconsul:
dimostra vn Carro di due ruote, tirato da altrettanti Centauri animali, che dal capo fino alle parti estreme del ventre, hanno forma humana, e'l restante del corpo è del tutto simile ad vn Cauallo; e mentre quelli, de'quali si tratta, fanno vista di caminare, e voltano le faccie verso la persona, che stando su'l Carro, solleua amendue le mani, le mostrano due picciole Vittorie, che sostengono sù le palme; nè altre parole vi si leggono, che L. IB. Intorno al quale rouescio, par che possa dirsi, che come tal'vno dipinse, per la velocità della vita humana, il Centauro; così chì stampò simile medaglia volesse rappresentare a Traiano, il quale su'l Carro, in atto stà di contemplare, che quantunque soprauenga, con veloce corso, il termine della vita, essendo che l'huomo con marauigliosa prestezza cadendo, è dalla morte rapito; non pertanto morirà giamai il nome di esso, fatto per propria virtù, e per l'ottenute vittorie immortale. Ma delle lettere: L. IB. essendo singolari, e senza senso, pare, che possa addursi l'vso de'Greci, che si valeuano di così fatti caratteri dell'alfabeto per numeri, benche varijno per ordinario, secondo si raccoglie ancora nelle medaglie di qualunque sorte, battute in Egitto. La prima è vn gamma riuoltato, ouero vn L. latino col punto, che denota Anno, e le due seguenti sono numerali: peròche congiungendosi le lettere in simil forma: IA. IB. IT. le prime s'intendono per XI. le seconde per XII. e le terze per XIII. e tali numeri possono denotare gli anni, che correuano delli Magistrati di quel tempo sopra l'Officio della Zecca. Sì che le suddette lettere, secondo tale espositione, danno a vedere, che nell'anno duodecimo de'Monetali, che all'hora soprastauano alla Zecca, fù stampata la descritta medaglia ad honore di Traiano, e forse nell'Egitto; oue specialmente più se ne stampauano a lui, ad Adriano, & ad Antonino Pio, che ad altri Imperadori.
   Appresso cotale medaglia, ve ne è altra con testa, e lettere descritte, con Apollo ignudo
   3. nel rouescio, che solleua con la destra vna corona d'alloro, e sostiene con la sinistra la palma, standosi frà due Muse; l'vna delle quali, che gli è dal sinistro lato, pare, che somministri col fiato, il suono ad vn flauto, mentre l'altra và forse spiegando con l'armonia del canto le lodi 

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