144.
22.
L'Imperadore stringendo con la destra il fulmine non significa la chiarezza della gloria, mà più tosto la Diuinità, che Domitiano vanamente si vsurpaua alla similitudine di Gioue, onde Martiale:
Adspice Tarpeium, Pallatinumque Tonantem.
145.
NERVA.
ESTINTO Domitiano, e per la sua sceleratezza abbattute dal Senato, le Statue, e l'altre memorie di lui, fù Cocceio Nerua inalzato all'Imperio. Trasse questi sua origine di Spagna, ma nacque in Narni dell'Vmbria, di parenti nobili, e di gran stima, fù persona di bontà, e di virtù insigne, e glie ne seguì credito, e riputatione; e prima di giungere all'Imperio, hebbe due Cosolati, secondo si raccoglie nelle prime
1. medaglie stampate a suo nome, leggendosi intorno la testa dell'vna: IMP. NERVA AVG. P.M. TR. P. COS. II. P.P. cioè
Imperator Nerua Caesar Augustus, Pontifex Maximus, Tribunicia Potestate, Consul secundum, Pater Patrioe;
& hà nel rouescio il simulacro della Libertà publica, rappresentato con Donna in piedi, che sostiene il Pileo, e con la sinistra mano lo scettro, con lettere: LIBERTAS PVBLICA S.C. secondo si vide simile in Galba. S'intende per lo scettro l'Imperio, che tiene di sè medesima la Libertà, essendo ella vn'assoluto dominio d'animo, di corpo, e di roba, che per diuersi mezi, si muouono al bene. Ma non hauendo io osseruato, se non in questa medaglia lo scettro, o verga nella mano della Libertà, già che nell'altre si vede l'hasta, si può però anche tenere, che tal verga chiamata da gli Antichi Vindicta, fosse quella; con la quale il Pretore, nella cerimonia del dare a'serui la Libertà, toccaua loro il capo: Le si dà poscia il Cappello; percioche dopo hauere i Romani raso il capo al seruo, che intendeuano far libero, lo copriuano con esso; e cotal cerimonia faceuasi nel Tempio della Dea Feronia; la quale era tenuta protettrice di coloro, che acquistauano la Libertà, e che erano dapoi chiamati Libertini. Simil medaglia potè, per l'vna delle due cagioni essere decretata a Nerua dal Senato: o per la Libertà conseguita per sè stesso, o per lo publico, vedendosi sottratto dalle bestialità vsate da Domitiano, e condotto sotto ll gouerno di vn buon Principe: ouero perche il medesimo Nerua tolse l'esilio a coloro, che da qualunque Città dell'Imperio furono sbanditi da Domitiano, concedendo a ciascuno il viuere con la legge, che più gli era in piacere: col quale beneficio, etiandio infiniti Christiani, furono dal bando, o da'confini riuocati.
In riguardo della buona fortuna, che condusse tale Imperadore, a simile altezza, decretò il Senato la medaglia, con testa laureata, e lettere descritte: hà nel rouescio la Dea Fortuna, che posa la destra sopra vn timone di Naue, e sostiene con la sinistra il Cornucopia, leggendouisi: FORTVNA AVGVST. S.C. perche quantunque sia la Fortuna, secondo i Gentili, vna Dea mutatrice de'Regni, e che ad vn tratto riuolge le cose mondane, che però le si fà il timone, quasi che regoli il tutto a voglia sua, e conceda i beni, figurati nel Cornucopia, a coloro, che più le sono in piacere; l'hebbe nondimeno Nerua fauoreuolissima, per sè, e per lo publico, concedendo all'vno l'Imperio, & all'altro vn Principe ottimo: ma simile rouescio si è anche veduto in Domitiano.
Fece Nerua reintegrar coloro, che de'beni, e d'altre loro cose, furono dal suo antecessore spogliati per forza. Mostrossi liberale a ciascuno, che dalle impositioni, o da'Tributi si trouò grauato, riuocandogli affatto; la onde si vede, per testimonio di ciò, e per rincontro
2. di gratitudine, la medaglia, che dall'opposto lato all'effigie dell'Imperadore, con lettere, come di sopra, contiene due Mule, che disciolte da'legami, attendono a pascolare; e dall'vn lato si scorge vn timone di carro, con sue ruote, e due gioghi, l'vno per lato del timone, con lettere: VEHICVLATIONE ITALIAE REMISSA. S.C. Si crede, che tra le grauezze sostenute dall'Italia, quella del douere, a proprie spese, trasportare con le carrette i carichi d'armi, di bagaglie, o d'altro, che per vso de gli eserciti era mestieri, fosse intolerabile; e perche per benignità di Nerua, ne restarono le Città sgrauate, e di simile beneficio publico sentì il Senato vn singolar piacere, gli decretò pertanto cotal eterna memoria: rappresentandosi per le Mule, che pascolano, il retiramento loro dalle fatiche del condurre i pesi.