Full text: Simeoni, Gabriele: DIALOGO PIO ET SPECVLATIVO,

133.

honoratamente. O'beatoil mondo, ò felicii Principi, ò contentii Popoli, se à i magistrati, à gl'offitij, alle dignità, alle faccende ciuili, alle imprese militari, à i gouerni delle Prouincie, & alla Religione fossero secondo i proprij meriti, non per priuati intereßi, per fauori, per disegni, per amicitie, per voluptuose cagioni, & per illeciti modi gl'huomini preposti. Troppi da seguitare per cerimo nia, & a spese mie (come fanno molti sciocchi, aspet tando sempre che la manna pioua) ne harei io tro uati de i Signori, discreti & liberali non sò, ma bẽ copiosi di tesori & di promesse assai. Ma vedendo la vita humana cosi breue, si veloce il tempo, l'arbitrio dell'huomo tanto inconstante, licentioso, maßimamente giouane, l'animo naturalmente ambitioso, & l'appetito piu inclinato al male che al bene, ne per ciò capace d'vn buon consiglio, giudicai essere meglio & piu sicuro viuere con poco liberamente & quietamente, che con piu abbondanza non passare vn'hora senza timore della mala gratia d'vn Padrone, suggetto à mille salsi rapporti, nati d'all'inuidia, nutrice di tuttii dapochi Cortigiani, i quali temendo che il pane non
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