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tà che non pensi & proueggia alla disgratia auenire, cercherà d'acquistare piu amici & beniuolenza che potrà, per essere cadendo rileuato & sopportato lui & isuoi figliuoli & sopra tutto, ha uendo sempre in mente questa Profetica sentenza del mio Giulio Cesare,
Atfortuna plerũque quos beneficiis plurimis ornauit, eos ad duriores casus reseruat, &
da potere giustamente godere & riposarse, dedicherà il resto de isuoi anni (come bello essempio di ciò ci dette già
Amato
viij. primo Duta di Sauoia, & di poi detto Papa Felice, & ha vltimamente dato la fresca memoria di Carlo V. Imperatore) al seruigio di Dio.
DIPIS..
Gran danno è certo che tu non habbia, come alla Filosofia applicato l'animo alle sagre scrit ture.
VRAN..
Per qualche buona cagione non è anchora piaciuto, ne piace forse à Dio. Machi sà quello che debbia interuenire?
DIPIST..
D'vn'altra cosa anchora assai mi marauiglio.
VRAN..
Di quale?
DIP..
Che molti gran Signori non habbiano fatto à gara d'hauerti honoratamente in seruitio loro.
VR..
La precedente alla penultima delle tue parole ti caua di dubbio intorno à questo, dicendo