Full text: Rouillé, Guillaume: PRONTVARIO DE LE MEDAGLIE de piu illustri, & famosi huomini & donne, dal principio del Mondo insino al presente tempo, con le lor vite in compendio raccolte. PARTE PRIMA.

57.

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Type: drawing

    LA SIBILLA Delfica nata in Delfi, per nome proprio Themide chiamata, si dice essere stata innanzi à la rouina di Troia. Di costei si dice, che Homero p̃se & mescolò molti suoi versi nella sua opera. Son però alcuni che credono che questo nome Sibilla fussi il suo proprio, il qual poi passassi in tutte l'altre di mano in mano, come fù detto sopra in Sibilla Libica circa il fine. vedi se ti piace. Questo che segue, è parte delle sue profetie:
    Cognosci esso tuo Signore, quale è veramente figluol di Dio. Dicostei rende testimonio Crisippo che la profetò questa mirabil sentenza, Douer nascere vn Propheta d'vna vergine, senza participatione & coniuntione di maschio.
    LA SIBILLA Cumea fù di Cimerio, castello nella Cam pagna, vicino à Cume, & però chiamata Italica, & Cimerica. Habitò in vna spilonca appresso à Cume, de la quale solita era mandar fuora le sue voci & risposte: come anchora à Enea che l'andò à trouare, in tal modo predisse tutto. Scriue Am. Marcellino che regnando Giuliano Imperadore, i versi suoi appresso la città d'Ena furno bruciati. Questi suoi versi i quali conteneuano i fati del Ro. Imperio, si teneuano da i Romani in luogo sacro: ne era lecito ad alcuno vedergli, saluo à 15. huomini insieme, à ciò eletti, s'endo lecito i detti & versi di tutte l'altre portarli per tutto à piacimento. Odi Verg. ne l'ecloga 4.
    Gia è venuta l'vltima età de versi de la Sibilla Cumea. &c. cioè (dice Viues) il tẽpo anchora, à quanto si stendeua essa prophetia, con determinate lettere era cõtenuto. & Cicerone in lib. 2. de la Di uina. scriue le Sibille esser cõsuete, per i capi de versi significare qualche cosa. Questo di sotto è vna parte de le sue prophetie: Nella prima faccia de la vergine saglie vna fanciulla, bella di faccia, di capegli lunghi, qual sedendo sopra vna siede parata, nutrisce vn fanciullino, dandogli à mangiare il proprio cibo, cioè il latte mandato dal cielo.
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