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CLEOBOLO
Lindio, fù vn'altro de setti Sapienti della Grecia. Dicesi che soleua narrare questo enimmate, & obscura positione. E vn padre con due volte sei figluoli, de quali ciascuno ha trenta figluole, ma non d'equal bellezza, perche alcune sono in faccia tutte bianche & splendide, & alcune per il contrario tutte in faccia nere, & essendo tutte immortali, si muoiono tutte ad vna, ad vna. Questo è l'anno. Queste che seguono son dalle sue notabili sententie,
Gl'amici accarezzati con beneficij per farteli piu amici: & fatti quanto puoi gli inimici amici. Bisogna esser piu desideroso d'vdire, che di parlare. Con femine non vsare blanditie & lusinghi, ne le dir villania presenti gl'estrani, perche el primo ti mostra dipoco cuore & imprudente: & l'altro, di poco giudicio.
Laertio Diog.
PERIANDRO
di Corintho similmẽte vno de sette Sapiẽti della Grecia, era in fiore & pregio circa gl'anni del mondo 3336. & auanti Christo 626. Sono alcuni che affermono, ma s'ingannono, questo esser quel Periandro Tiranno, che andaua circundato di satelliti armati, & che primo in tutta la Grecia transferì il magistrato in tirannide. Questi son posti intrai suoi principali aurei detti del sapiente,
Buona cosa è la quiete, cosa nociuaè la temerità & furia. Le voluttà & diletti son transitori: gl'honori sono immortali. Nelle cose prospere fa che sia moderato, & nell'auuerse, prudente. A gl'amici felici, & infelici, mostrati, & sia il medesimo. Nelragionare, guarda che nont'eschin di bocca i segreti.
Vedi Laertio Diogene lib. 1. Costui fù illustre per sapienza somma, & l'altro per tirannide, qual fù altempo di Sedechia. Celi. Ro. lib. 21. cap. 27.