SATVRNINO
, perfettissimo tra i Capitani, da Valeriano fù amato. Costui riceuette l'Imperio dall'esercito, non potendo sopportare la dissolutione & schostumatezza di Gallieno, che staua tutta la notte in publico. Quel dì, che fù vestito da soldati della veste Imperiale, si dice che ragunata la moltitudine disse:
Omiei commilitoni, voi hauete perduto vn bonißimo Capitano, & fatto vn cattiuo Imperadore.
Et hauendo fatte molte cose egregiamente & valentemente, perche era troppo seuero, & troppo graue & noioso à soldati, da i medesimi, da quali fù fatto Imperadore, fù per morte disfatto.
TETRICO
, maggiore Senatore del popolo Ro. sendo preside in
Gallia
, fù da Vittoria (perche era sua parente) animato all'Imperio, sendo morto Vittorina, & il suo figluolo. Finalmente hauendo fatte assai opere felicemente, & essendo stato assai nell'Imperio, fù vinto da Aureliano. Et non sopportãdo l'ardire, sfacciatezza, & procacità de suoi soldati, volentieri s'arrendette ad Aureliano, alquale si dice che subito scrisse:
Eripe me his inuicte malis.
Ma pure quel seuero Aureliano, menò questo huomo Senatore, Consolare & preside della
Gallia
, per trionfo con Zenobia. Dipoi, fecelo correttore della
Italia
, ne solo patì che viuessi: ma che stessi in somma dignità, chiamandolo qualche volta collega, qualche volta commilitone, & anchora qualche volta Imperadore.