DANTE
Alighieri Fiorentino, ornatissimo & fulgentissimo di lettere humane & diuine, Filosofo & Poẽta, à nessuno del secolo suo, secondo, scacciato per le parti di sua patria, stetre in
Francia
la prima cosa alquanto tempo. Poi esulando appresso il Re d'Aragonia, scrisse & della sua calamità & d'altre materie, molte opere. Destò costui alquanto le buone lettere. Ma visto che nel verso latino non era per superar
Vergilio
, & però, non poter' in tal Poesia esser singulare, & vnico, cercò farsi fenice in Poesia vulgare. Di qui compose quella celeberrima & gloriosissima, & tãto ammirata opera, che ha riceuuto tanti interpreti & commentatori. Finalmente cosi fuori di sua patria, morì à Rauenna, sendo nello Imperio Lodouico Bauaro l'anno del mõdo 5283. & dopo Christo 1321. Vedi Trithemio, de gli ecclesiastici scrittori.
CANE
Scaligero, dalle gran cose fatte, cognominato Magno, appropriatosi il dominio di
Verona
, la resse circa anni venti. Questo Principe eloquente, piaceuole, liberale, fautore à gl'Oratori, à gli Historici, à i Poëti, & à tutti i dotti, chiamò à se Dante Fiorentino, & gli dette premi & honori. Costui morendo senza prole virile, ad Alberto & Mastino frategli, nipoti suoi, lasciò la signoria & dominio di
Verona
. Vedi il Supplemento delle Chron.