Full text: Erizzo, Sebastiano: DISCORSO DI M. SEBASTIANO ERIZZO. Sopra le Medaglie de gli Antichi.

107.

rossore cosi scelerate memorie di si uituperoso Principe, piu à bestia che ad huomo simigliante. Di questa isola di Capri, che si elesse per stanza Tiberio, cosi scriue Dione al lib. 52. Capreas à Neapolitanis, quorum antiquitus erat, permutatione agri redemit, haec sita est insula haud procul à Surrentana continente, ad nullam quidem rem utilis, nomen tamen adhuc hodie, propterea quòd ibi habitauit Tiberius, obtinens.
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    LA MEDAGLIA di Tiberio in rame, grande, & di mezana grandezza, con lettere, che dicono. TI. CAESAR. AVGVST. F. IMPERAT. VII . Ha per riuerso vn Tempio, con due Vittorie di sopra, ciascuna delle quali tiene in mano una corona vittoriosa; & vi sono lettere sotto la base del detto Tempio tali. ROM. ET. AVG . Questo fu vn Tempio da i popoli dell'Asia à Tiberio dedicato; & le lettere dicono. ROMAE. ET. AVGVSTO . Percioche scriue Suetonio, che Tiberio quanto alle prouincie, non diede mai loro souuenimento, ne soccorso alcuno, fuor che all'Asia, doue i terremoti haueuano fatto danni assai, & rouinate alcune città, le quali esso Tiberio ristituì, facendole riedificare. Onde i popoli dell'Asia, del riceuuto beneficio grati, à gloria dell'Imperadore & di Roma, questo Tempio fecero; & ne fu poi per memoria la medaglia battuta col detto Tempio. Et in testimonio di ciò vi è la bella medaglia di Tiberio, di metallo Corinthio, grande, battuta in Roma, con lettere dal rouerscio, ex S. C . & dall'altra parte con la figura di esso Tiberio sedente ritratta al naturale, & lettere, che dicono. CIVITATIBVS. ASIAE. RESTITVTIS . Si giudica, che questo grandissimo terremoto, per il quale caddero à terra infiniti edifici, & dodici illustri città dell'Asia, si sentisse nell'anno 18. dell' Imperio, che fu quando patì in Croce Christo Signore & Redentor nostro. Conciosia, che Flegone scrittore Greco, natiuo di Asia, del quale fa Suida special mentione, dica per cosa marauigliosa, che nel quarto anno dell'Olimpiade dugento dieci, che fatto ben conto venne ad essere nell'anno 18. dell'Imperio di Tiberio quando patì Christo, fu l'Ecclissi del Sole maggiore che mai ueduto fosse, nè si trouasse scritto; & che era durato dalla sesta fino alla nona; & che nel medesimo fu tanto il tremore, che diede la terra in Asia, & nn Bithinia, che caddero à terra infiniti edificij. Ma pare che oltre questo Fleigone, che fu in quei medesimi tempi, senta & scriua il medesimo Plinio, dicendo che il terremoto nel tempo di Tiberio Imperadore, fu il maggiore che si sentisse giamai, per il quale dicono esser cadute à terra dodici città di Asia, senza infiniti altri edifici. il quale scriue al lib. 2. cap. 54. queste parole. Maximus terrae memoria mortalium extitit motus Tiberij Caesaris principatu, XII . vrbibus Asiae una nocte prostratis. Di questo medesimo terremoto & rouina delle città dell' Asia, scriue cosi in cõformità Cornelio Tacito al li. 2.
Eodem
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