LA MEDAGLIA
di Tiberio, grande, di bel metallo, con lettere, che dicono.
TI. CAESAR. DIVI. AVG. F. AVGVST. IMPERAT. VII
. Ha per riuerso uno scudo con una corona Ciuica d'intorno, con la imagine della Dea Clementia nel mezo impressa, & di sopra lettere tali.
MODERATIONI
. Et alcuna ha
CLEMENTIAE. ET. S. C
. Questa medaglia fu battuta, per simplice gloria, ouer adulatione di questo Principe. Percioche scriue Suetouio, che Tiberio, benche da se fosse di aspra & ruuida natura, nondimeno in apparenza si dimostraua molto benigno & umano; & di una singolare moderatione d'animo. Et di tale vmanità sua mostrò con parole in Senato piu uolte molti segni, quantunque poi in fatti hauesse una natura contraria Percioche, si come scriue esso Suctonio, da principio si portò ciuilmente nel conuersare, trattando le cose non altrimenti, che se fosse stato una persona priuata. Et tra molti & grandi onori che gli furono offerti, non n'accettò alcuno, se non alquanti & di poca importanza, tal che appena concesse, che il suo natale, ilquale era nel dì, che i giuochi Circensi si celebrauano, fosse onorato in cosa alcuna fuori dell'ordinario. Et fu tanto nimico delle cerimonie, & adulationi, ch'egli non uolle mai d'intorno alla sua lettica alcuno de Senatori, ò per accompagnarlo, ò per altri affari. Et essendo ancora una volta stato chiamato Signore, fece intendere à quel tale, che altra uolta egli non uolesse ingiuriarlo, chiamandolo per nome cosi odioso. Ma è piu notabile, che nel chiamare, & riuerir ciascuno in particolare, & similmente in uniuersale egli in un certo modo trapassaua il segno della umanità, si come cou queste parole ci mostra Suetonio nella sua uita. Atque haec eò notabiliora erant, quod ipse in appellandis, venerandisq́ue singulis, & uniuersis, propè excesserat humanitatis modum. Dissentiens in curia à Q. Haterio, ignoscas inquit, rogo, si quid aduersus te liberius sicut Senator dixero. Et deinde omnes alloquens dixit, nunc & saepe alàs P. C. bonum & salutarem Principem, quem vos tanta, & tam libera potestate instruxistis, Senatui seruire debere, & vniuersis ciuibus saepe, & plerumque etiam singulis, neque id dixisse me poenitet, & bonos & aequos, & fauentes vos habui dominos. &c. Nondimeno faceua Tiberio tutte queste cose con arte; percioche si scoperse poi, come gli era ripieno d'ogni vitio & sceleratezza; come che insino à quel tempo con infinita moderatione d'animo, si fosse ingegnato d'ascondergli. Del medesimo ci fa fede Dione nel lib. 57. parlando della simulata moderatione di Tiberio. Postquam nulli iam motus annunciabantur, omnis tutò res Romana in Principatum ipsius consentiebat, ita demum missa dissimulatione imperium occepit, idq́; ad hunc modum, quandiu uixit Ger-