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pilli nella sinistra, nel mezo delle quali si scorge vn cane; & le dette figure hãno intorno alle gambe auuolte le pelli canine. E vedesi poi disopra vna picciola testa di Volcano pileata, con la tanaglia appresso, attribuita a Uolcano. Questa moneta fù battuta in Roma, ma non si può sapere in quale anno della città. Et le figure dal rouescio sono gli Iddij Lari, iquali Iddij cosi si trouano figurati, cioè col cane à lato; & vestiti delle pelli canine. Onde Volcano si attribuisce à questi Iddij Lari, perche gli antichi li fecero Presidenti al foco, però nel riuerso di detta moneta si leggono certe lettere abbreuiate, che dicono,
LARES
. Et sotto le dette figure, L.C
AESI
. cioè Lucius Caesius. Ilquale io giudico, che douea essere il nome del Triumuiro monetale, sotto ilquale fù la presente moneta battuta. Questi Iddij Lari erano appresso gli antichi gli Iddij domestici; quinci si chiamò il Lare famigliare, ilquale, si come scriue Plauto, gli antichi sormauano in figura di cane, secondo che noi vediamo in questa moneta essergli attribuito il cane. Plutar. ne i Problemi, di questi parlando, scriue cosi. Cur Laribus, quos propriè Praesides vocant, canis assistit. ipsi autem Lares canum vestibus vestiuntur. & Il medesimo scriue ancora Macrobio. Scriuesi questi Lari essere stati Iddij delle contrate, ouer borghi, & de i viaggi, & custo di de i tetti e delle case; & perche questi Lati erano serbatori delle cõtrate, & delle vie, ouero de' viaggi, si celebrauano in onor loro i giuochi Compitalicij. Il Tempio de i Lari fù in Roma, nella via sacra, come scriue Solino. Dice Seruio, che questi Lari incominciarono eßerę adorati per le case, percioche appreßo gli antichi i morti si sepeliuano nelle case, iquali essi adorauano, & haueano in reuerentia, come Iddij domestici. Onde i Lari sono gli Iddij domestici, & furono detti Lari, in uece delle istesse case, si come ancora Penati. Questi Iddij, come s'è detto, si formauano con la pelle canina, inuolti della toga sopra l'humero sinistro, e sotto il destro. La madre di eßi Lariera stimata di essere Mania, come scriuono Uarrone e Macrobio. Ma Ouidio ne' Fasti dice, i Lari essere figliuoli di Mercurio e di Lara Nimfa, laquale fù ancora chiamata Muta. Scriue Arnobio, che i Lari furono gli Iddij delle ville & de'viaggi, percioche i Greci cognominano le ville Lauras. E Nigidio pone quegli custodi de'tetti e delle case. Noi leggiamo che gli Iddij Lari si soleuano ancora coronare, scriuẽdo Plin. in q̃sto modo. Et iã tũe coronę deorũ honos erãt, et Lariũ publicorũ priuatorũq;, & sepulchrorũ, et maniũ. Oltre di cio Plauto fa parlare il Lare famigliare, uolẽdo che ogni giorno, gli sia sacrificato d'incẽso, di vino, e di corone. Da che cosi scriue Ouidio ne' Fasti.
Lucifero subeunte Lares delubra tulerunt,
Hic vbi sit clara multa corona manu.
E Giuuenale nel xij.
Laribusque paternis.
Thura dabo, at que omnes violae iactabo colores.
A questi parimente erano portate le primitie delle biade, il che ci è dimostrato da Horatio, e da gli altri Poeti, ma sopra tutti da Tibullo in questi versi.
Vos quoque fe??ices quondam nunc pauperis agri
Custodes, fertis munera vestra Lares.