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A MONETA
in argento, di M. Pletorio Cestiano, ha da vna parte la lesta della Dea Cibele, turrita il capo, cõ lettere di dietro tali,
CESTIANVS
. Ha per riuerso la Sella Curule, appresso alla quale vedesi vn martello, con tale iscrittione d'intorno. M. PLAETORIV S. AED CVR. EX. S. C. cioè Marcus. Praetorius. Cestianus. Aedilis Curulis. Ex Senatus consulto. Questa moneta fù battuta in Roma, ma non sò in quale anno della città, pur si vede in tempo, che M. Pletorio Cestiano era Edile Curule; oueramẽte essendo il detto Cestiano, che battè la presente moneta, Triumuiro Monetale, ilquale per onor suo, & per rinouare la memoria del suo magistrato della Edilità, segnò dal riuerso della moneta la Sella Curule. Ma costui fu ancora Triumuiro Monetale nel tempo di Bruto, e Cassio, però douette eßere intorno a quei tempi. Conciosia, che la moneta in argento, che si troua di M. Bruto, con li pugnali, e col pileo dal rouescio, fu da costui battuta. Della qual moneta di Bruto, con li pugnali, e col pileo dal rouescio, e del suo significamento, scriuono Dione, e Plutarco. Quel martello è vna allusione al batter della moneta, & al Triumuiro Monetale, perche era il martello della cecha, con cui esse monete si batteuano; ilquale si vede ancora in altre monete segnato. La gente Pletoria, si tiene per certo, che fosse plebeia conciosia, che di questa famiglia vi furono Tribuni, & Edili della plebe, de i quali hanno fatto mentioue Varrone al lib. v. de Ling. Lat. & Liuio al lib. xxx. & alcun' altro scrittore, che dice questo M. Pletoria essere stato Tribuno della plebe. Si tiene ancora, che questa gente Pletoria trahesse origine da i Sabini.
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A MONETA
in argento, di T. Carisio, ha da vna parte la testa della Dea Flora senza altre lettere intorno. Ha per riuerso l'animal della Sfinge, cõ tale iscrittione, T. CARISIVS. III. UIR. Questa moneta fù battuta in Roma, sotto l' Imperio di Cesare Augusto; & questo T. Carisio fù il Triumuiro monetale, che battè la presente moneta, ilquale Carisio battè parimẽte molte delle medaglie di Augusto, in argento, come colui, che in quel tempo doueua essere Signore della cecha, che in Roma si chiamaua Triũuiro monetale. Onde egli per rinouare la memoria del sigillo di Augusto con la Sfinge, segnò la sudetta moneta della medesima impresa della Sfinge. Et questa io la ho veduta ancora in oro. Questo animal della Sfinge era l'impresa di Augusto, con laquale egli suggellaua le lettere, e le sue scritture. Del qual sigillo fa mẽtione Suetonio nella sua vita. E Dione ancora nel lib. 51. in Augusto, si come al luogo suo nelle medaglie di esso Augusto habbiamo dichiarato. Di questa gente Carisca noi non sappiamo, che alcuno de gli antichi scrittori facesse mẽtione, eccetto che esso Dione, ilqual nel li.
53. & 54.
nomina in T. Carisio, fratello, come appare di P. Carisio.
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A MONETA
in argento, di L. Cesio, ha da vna parte la testa sbarbata di vn Dio, con tutto il petto in età giouenile, che tiene le saette nella destra mano, laqual testa io giudico eßere del Dio Vegioue, con tal nota dietro ad essa testa di lettere abbreuiate Acioè Roma. Ha dal rouescio due figure ignude, ambe cõ