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tendere. A rimedio di ciò, per auiso mio prouidero gli antichi, lasciandoci tanta copia di marmi, parte interi, & parte rotti dall'antichità, d'iscrittioni & di bella istoria illustrati; le statue tante & si varie de i loro Dei, & de gli huomini illustri: i superbi edificij, gli archi notabili, le iscrittioni sopra quelli, la tanta quantità di antiche medaglie in oro, in argento, & in varij metalli formate, i camei, & le gemme piene di artifi ciosi intagli. Le quali cose della istoria, & della grandezza de gli antichi ci danno riscontro & testimonianza vera. Et quelle essi antichi ci lasciarono, accioche in esse, come in publici annali, i loro tempi, & i loro chiari fatti conoscessimo noi, che dalle loro età siamo tanto lontani. Onde egli è assai verisimile, che gli antichi a questo dessero opera, & tutto lo studio loro ponessero di lasciare a' posterile memorie delle virtù, grandezze, & cose loro, non hauendo essi nel corso della vita altro fine, nè altro riguardo, che la gloria. Et, come che varij sieno statii principati nel mondo di tempo in tempo, i quali sopra modo fiorirono di degnità & di gloria, nondimeno quelli alla grandezza & eccellenza de' Romaninon si possono paragonare, nè d'imperio, nè di fatti, nè di ricchezze, nè di gloria. De iquali Romani, scriuendo tanti istorici antichi & moderni, Greci & Latini, & narrandoci cose tanto marauigliose, delle imprese, delle guerre, delle vittorie, de i trionfi, delle inestimabili spese, & grandezze loro, se ne potrebbe senza alcun fallo dubitare, se i fatti di quegli, le forze, & le ricchezze a quelle de' tempi nostri, & de' moderni Principi pareggiare volessimo. Male cose antiche ne' marmi, ne i metalli, ne gli edificij, nelle ruine, nel le uarie scolture, & ne le medaglie lasciate a' posteri, per tutto il mondo ce ne fanno ampia chiarezza. Il che è stato cagione, che sì come gli huomini vaghi naturalmente di sapere, leggono i libri delle istorie, così spesse fiate i medesimi, con gran diletto, queste cose, come antichi testimonij, & veri di dette istorie raccogliendo, quelle riguardano & considerano. Ilquale studio ueramente non meno, che quello de' libri ai desiderosi delle lettere s'appartiene. Et quantunque gli huomini volgari alle uolte, per vna cotale curiosità d'ingegno, ne sieno uaghi, senza hauere alcuna cognitione di lettere hauuta giamai, nondimeno questo studio più a i letterati & a i nobili ingegni, che ad altri hnomini si conuiene. Di cotali antichità dilettatomi io sempre, fino dalla mia prima età, & ricercando parimente tutte le istorie greche & latine, incominciai a uoler intendere quelle cose, che nelle antiche medaglie si contengono: per gli molti & varij libri delle istorie, in tal maniera drizzando il corso di tali studij, che esse medaglie mi seruissero in uece di imagini, & rappresentationi di tante cose belle, che nelle istorie sparse si leggono. Però, molte bellissime cose ritrouando, come in publici annali in dette medaglie espreße, & per memoria mia scriuendole di giorno in giorno, ho finalmente con molta fatica, & riuolgimenti de'libri composte queste dichiarationi di più medaglie antiche, quelle scriuendo in umile & rimesso stile, non ad altro fine principalmente, che per intendimento mio. N è però mi proposi di dichiarare tutte le medaglie de' Cesari, essendo di esse il numero infinito, ma uolsi lo studio mio solo a quelle, che in se qualche istoria conteneßero, & di queste ancora ad una parte; lasciando ad altri la cura del rimanente, per non abbracciar troppo. Et considerando io, che questa mia fatica, qual che si sia, così a coloro, che di antichità son uaghi, come a quelli, che di leggereilibri dell'istorie si diletta-