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leone, ò che essi leoni stanno à canto della sua figura; & si vede con le torri in testa. Sacrificauano à questa Dea col proprio sangue, il quale spargeuano i suoi sacerdoti, ferendosi, come noi dicemmo, le braccia, & le spalle. La porca fu ancora vittima di questa Dea; alla quale fu parimente consecrato il Pino, ò sia perche nella Frigia, la quale si può dire, che fosse sua patria, ne era copia grande, ò sia perche le fauole dicono, che Ati da questa Dea tanto amato morendo diuentò vn Pino. Di che rende testimonio una medaglia grande, in argento, che ha da una parte la testa della Dea Cibele turrita il capo. Ha per riuerso una corona, in mezo della qual si uede l'arbore del Pino, à canto à cui si uede uno uccello, con lettere tali sotto.
ΙΕΡΑ ΠΙΤΥΣ
. Et altre poi tali.
ΙΜΕΡΑΙΟΣ
. . . . Il qual Pino fu consecrato à questa Dea, & le sudette lettere significano il Sacro amato Pino, cioè Athi tanto amato da questa Dea, che già fu conuerso in Pino. Si come due altre medaglie Greche ancora io ho uedute in argento di questa Dea, l'una delle quali hauea da una parte la resta turrita della Dea Cibele, senza lettere. Hauea per riuerso una corona, dentro di cui si uedeua un Pino, c'ha dalla sinistra un'uccello, con tale iscrittione di sotto
ΙΕΡΑ. ΠΥ
. cioè Sacro Pino. & dirimpetto al Pino si leggono queste altre lettere.
ΑΡΙΣΤΑΓΟΡΑ
. L'altra medaglia, mezana, greca, in argento hauea da un lato pur la testa turrita di Cibele, & dal riuerso vn'arbore con li frutti, che s'assimiglia ad un Pino, à canto al quale uedesi l'Aquila sopra il fulgure. le quali tutte cose si ueggono dentro una corona, con tale iscrittioné
ΙΕΡΑ. ΠΥ. . . ΙΜΕΡΑ. . . ΣΙ
. . . . . Questo Pino in tali medaglie rappresenta il bellissimo fanciullo Atide, grandemente amato da Cibele, & poi da lei conuerso in Pino, come la iscrittione delle lettere dimostra. Il Sacro Amato Pino. Et, se noi appresso uogliamo uedere particolarmente in che modo i sacrificii si faceuano à questa Dea Siria, gli vederemo da quello, che scriue Gregorio Giraldo con tali parole. Nec hoc loco omittemus sacra quae deae Syriae, seu illa Atergatis, seu Astarte, seu quaecunque alia illa fuerit, quae in Hieropoli urbe fiebant. Cum primùm igitur uir quispiam illuc uenisset, caput & supercilia tondebat, mox oué macta bat, & in frusta concidens conuiuabatur. Ouis uellus humi sternebat, & super eo genibus flexis procumbens pedes & caput suo ipsius capite imponebat, & precibus petebat, ut sacrificium numini acceptum esset, seq; eis in posterum maiora daturum poilicebatur. his peractis, caput & sociorum coro nabat, & proficiscebatur, toto itinere frigida lauans & bibens, humiq; cubás, neq; lectum fas conscendere, donec iter perfectum esset. Qui autem ita peregrinantur, à certis in vrbibus assignatis hospitiũ assumebantur, qui doctores ab Assyriis uocabantur, quoniam omina & oracula illis interpretabátur. Addit & Lucianus alia quidem sacra, & eorum ritus, quae ridenda potius quàm referenda mihi uisa sunt. Tum & illud quoque, omnes compungi & inuri notis quibusdam, alios quidem in manus uolam & in ceruice, alios stygmatis inustos, &c. quae multa Lucianus refert. Questa Cibele, ò Berecinthia, fu chiamata ancora Ope (come noi di sopra dicemmo) & fu tenuta