Full text: Erizzo, Sebastiano: DISCORSO DI M. SEBASTIANO ERIZZO. Sopra le Medaglie de gli Antichi.

369.


Aut super Pindo, gelidoue in Hemo
Vnde vocalem temere insecutae
Orphea Syluae
Arte materna rapidos morantem
Fluminum cursus, celeresq́ue ventos,
Blandum, & auritas fidibus canoris
Ducere Syluas.

   Et benche molti sieno stati gli Orsei, nondimeno tutti i suoi fatti si riferiscono all'antichissimo Trace figliuolo di Eagro, il quale fu coetaneo di Ercole, & fiori cento anni innanzi la guerra Troiana. Costui ritrouò molte cose vtili della vita vmana & politica. & primo dichiarò & aperse i principij de gli Iddij, & tutta la Teologia, & con quai modi & riti si placassero le menti de gli irati Iddij, spiegando molti secreti della falsa Teologia de' gẽtili. ritrouò ancora molti rimedij alle infirmità; come egli stesso nell'Argonau. scriue.
Dicere fert animus quae nunquam tempore lapso
Dix:cum Bacchi, cum regis Apollinis actus
Sum stimulo, horrenda vt narrarem spicula, & idem
Foedera cum superis mortalibus, atque medellas.

   Il medesimo scrisse della scambieuole generatione de gli elementi, della sorza dell'amore nelle cose naturali, della guerra de giganti con Gioue, delle occulte risposte de gli oracoli, de i uaticinij & delle osseruationi de gli auspicij, della interpretatione de sogni, de i segni & de i prodigij, della ragione & del mouimento delle stelle; delle quai tutte cose lui hauere scritto rende esso testimonio nel principio de suoi Argonautici. Fu certamente vn'huomo sapiẽtissimo, & per quãto pottaua quella età intendẽtissimo, delle cose diuine. Credettero alcuni, che Orfeo & Amsione fossero Maghi Egittij. Ma coloro che tirano la presente fauola à morali sentimẽti, dicono per Orfeo intẽdersi l'huomo saggio & prudẽte che sappia moderare gli affetti dell' animo. Conciosia che costui hauendo placato l'inferno, cioè le turbationi dell'animo, s'è sforzato di ritornare in luce Euridice, la quale, si come suona il nome, altro non è che la Giustitia & la'Equità. Finsero adunque gli antichi questa fauola di Orfeo, per insegnarci la moderatione de gli affetti del l'animo, mostrandoci ancora ch'egli non è utile, l'accendersi in troppo desiderio di alcuna cosa. Et che se poi noi saremo negligenti nel seruare essa Equità, ritorna l'animo da capo a primieri affetti, onde s'era partito. fingendo la fauola, che per troppo amore di Orfeo, la sua Euridice fosse da capo ritirata all'inserno.
LA ME-

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