Full text: Erizzo, Sebastiano: DISCORSO DI M. SEBASTIANO ERIZZO. Sopra le Medaglie de gli Antichi.

287.

Roma sopra il Teuere, il qual ponte esso Adriano chiamò dal suo nome. Di questo fa mentione Elio Spartiano nella sua uita in quel loco; doue egli commemora i magnifici edificij di Adriano fatti in Roma, dicendo. Cum opera vbiq; in finita fecisset, nunquam ipse nisi in Traiani patris Templo nomen suum scripsit. Romae instaurauit Pantheum, septa, basilicam Neptuni, sacras aedes plurimas, forum Augusti, lauacrum Agrippae eaq́ue omnia proprijs & veterum nominibus consecrauit. Fecit & sui nominis pontem, & sepulcrum iuxta Tiberim. &c. Elio Adriano, per che si potesse dalla città andare ad un certo monumento da lui edifica o per suo sepolcro, & & per gli altri Imperadori suoi successori, edificò questo superbo ponte, che fu da lui chiamato Elio, & poi da moderni, di Santo Angelo. Ma che il sepolcro di Adriano fosse à questo ponte Elio, scriue Dione nella sua vita Sepultus est iuxta flumen, ad pontem Aelium, vbi monumentum fecerat. &c.
Figure
Type: drawing

    IL MEDAGLIONE di Adriano, di metal giallo, & di eccellente maestro, con lettere tali. HADRIANVS. AVGVSTVS . Ha per riuerso due figure, l'una armata sedente sopra certe spoglie, che con la sinistra mano s'appoggia ad vn'asta, & con la destra riceue un'altra figurina dalla figura in piedi, che le stà dirimpetto; la quale è velata, & nella sinistra riene vna mazza, con lettere tali di sotto. COS. III . Questa medaglia fu battuta in Roma per gloria di questo Principe; & la figura sedente sopra le spoglie è vna Roma, che riceue dalla Dea Vesta gli Iddij Penati. Volsero alcuni, che questi Dei Penati fossero senza nome alcuno; & credettero che per quegli s'intendessero i Dei Tutelari, cioè custodi & difensori particolari delle città. Questi Iddij Penati, i quali appresso i Romani erano con tanta religione riueriti, vollero gli antichi, che fossero armati, & astati. Altri vollero, che i Dei penati si dimandassero tutti quelli, i quali sono priuatamente adorati nelle case, offerendo loro vino & incenso. Ma pur publicamente ancora s'adorauano, & erano secondo alcuni Nettuno & Apollo, i quali fabricarono le mura di Troia, & furono poscia da Enea portati in Italia, & con esso loro la Dea Vesta; intendendo i piu dotti per lo Dio Apollo il caldo e il secco, & per Nettuno l'vmido e'l freddo, le quali qualità sono poste per principij della nostra compositione. Questi furono ancora chiamati Magni Dei, si come li nona Virgilio.
    Cum socijs, natoq́;, penatibus, & Magnis Dijs.
   Alcuni altri uollero quegli esser Gioue & Giunone, conciosia che il proprio ufficio di questi sia il giouare à i mortali, onde trassero il nome. Altri si persuasero, che Castore & Polluce fossero chiamati Magni Dei. Ora que-
sti Dei
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