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alle lasciuie; ne senza fare alcuna distintione dal marito, a gli adulteri, mostraua quanto men conto tenesse della sua honesta fama, di quello, che asi alta donna si conuenisse. Rare volte si lasciaua vedere in publico: & quando ella pur viandaua, teneua parte del viso coperto con vn' velo, accioche ella con l'aspetto suo, non satiasse la voglia di chi desideraua di riguardarla. Opur questo faceua, perche le pareua, che ad Imperatrice cosi si conuenisse andare. Et finalmente, poi ch'ella fu stata non molto tempo moglie di
Nerone
; dal quale ella fu chiamata Augusta, secondo
Tacito
nel libro quintodecimo: essendo grauida, vn'giorno, che esso
Nerone
dalle feste Quinquennali, era tardi ritornato al palazzo, & perciò hauendogli ella detto villania; da lui, ilquale era adirato per non hauere ottenuto la corona, premio della vittoria, et l'honore del guidare le carrette, e del canto, fu amazzata con vn' calzo, & n'hebbe tutta la città allegrezza per la sua impudicitia, et crudeltà: Si come riferisce
Tacito
nel sestodecimo. Tale fu adunque il fine della bella
Poppea
, la quale non potè fuggire la morte dalla furia del crudel
Nerone
. Il corpo suo non fu arso al modo Romano, ma secondo il costume de' Re forastieri, ripieno di ottimi odori: & per questo alcuni pensarono, ch'ella fosse morta di veleno, affine, che il core, ilquale non hauerebbe potuto ardere, non hauesse dato inditio di cosi scelerato atto. Ma in vero gl'historici dicono, che
Nerone
ne dimostrò gran dolore; & da' seseguenti honori, che le furono da lui fatti, si comprese quanto gli fosse di dispiacere la morte di lei: conciosia, ch'egli se medesimo accusaua; & egli in persona con vna sua splendidißima oratione nella
piazza de' Roftri
la lodò grandemente, & spetialmente di bellezza. Et hauendo di lei hauuto, come a
Suetonio
piace,
Claudia
gia di cinque mesi chiamata Augusta, fu posto il corpo suo nel sepolcro della famiglia de Giulij, hauendouelo condotto con le esequie publiche honoreuolißimamente. Ma dopo la morte di
Nerone
, vn'altra volta furono le statue, & imagini sue gettate per terra, et spezzate: ma da
Othone
dipoi furono di nuouo rimesse con decreto del Senato; si come scriue
Tacito
nel decimo settimo libro; di cui &
Giosefo
fa mentione nel libro ventesimo, & capitolo quintodecimo, & decim'ottauo dell' Antichità, &
Plutarco
nella vita di
Galba Imperadore
.