Full text: Vico, Enea: DISCORSI DI M. ENEA VICO PARMIGIANO, SOPRA LE MEDAGLIE DE GLI ANTICHI DIVISI IN DVE LIBRI.

111.

l'oriente lo porti in luogo breue, e sia utile a gli oratorij: che l' E utropia portando adosso con alcune herbe, e parole faccia gli huomini inuisibili: & altre leuar la stanchezza, altre giouare a' ruffianamenti: far notturne uisioni, indiuinar cose future, mitigar le tempeste del mare, resistere a' fulmini, e fermare i uenti, & altri gran miracoli, che se una minima parte di queste cose fosse uera, che nonè, non dico nell'eutropia, ma nell'ametisto, nell'acathe, o nell' I aspide, che se ne truouano assai, sarebbono di gran lunga piu degne, & di maggiore estimatione del diamante, del rubino, e dello smeraldo, delle quali n'è si gran copia, che pur troppo uile è il loro pregio, ma il corallo hauendo uirtù, come dicono, di mitigare le tempeste, e resistere a' fulmini, meriterrebbe maggior honore: il perche si uede manifestamente consistere il pregio delle gioie nella rarità, non nella uirtù loro. M a i professori di tanta uanità, come quegli che s'accorgono dell'errore, in che si ha lasciato il mondo trasportare dalla ciurmaria de' magi con friuole argomento, dicono, le gemme hauer cangiati i nomi per la lunghezza de' tempi, e mutationi delle lingue, e per questo che non poβiamo sapere la uera uirtù loro, benche la ui sia, prendendo noi l'una gemma per l'altra. E t in che modo adunque possono questi sapere la uirtù loro, se non sanno il nome? per mezo del quale eβi sono uenuti in cognitione della proprietà di quelle, e per quanto che hanno trouato scritto, non gia per alcuna esperienza, che n'habbino fatta, e se pur ne hanno fatta alcuna, io so, che non ui hanno trouata cosa di molta sostanza, piu di cio, che si sia nel berillo, e nel christallo. V ano studio adunque è gran pazzia è la nostra, porre tanto amore, e tanta ricchezza in queste, potendo inuaghire l'occhio col medesimo piacer del berillo, o del tinto christallo, e con men costo assai. M a chi dubita, che nelle dita delle gran madonne, non siano pezzi di christallo, o di zaffiri bianchi a modo di diamanti acquati con la tagliata, e trasparente foglia postaui sotto, e creduti di gran pregio ( etiandio con inganno di chi le porta ) e cosi ne'regni, e nelle corone de' gran R e, non ne siano, creduti non adulterati, per l'autorità di chi gli porta? doue altrimente, quantunque ueri, in mano di persona bassa fossero, sarebbon giudicati falsi. L a onde si uede quasi piu nella opinione ancor, che nella rarità consistere il pregio loro, ilquale, quando pur estimare si uoglia, quale piu sicuro, e certo è dell'oro istesso, o dell'argento, con ch'elle si comprano? M a se per la rarità si ha da contendere il pregio, cedan pur le gemme, cedano dico sicuramente alle medaglie antiche, imperoche, quelle ogni giorno dalla N atura sono prodotte, & ogni uil me-

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