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il numero delle quali (come si dee credere) quanto fosse grande, si puo, come è detto, giudicare.
M
a perche elle ualeuano al commercio, erano dall'uniuersale accettate e tenute care, doue per contrario non per affettione, che hauessero al
P
rencipe (che per il piu erano hauuti in odio) le haurebbono tenute care, ma guaste, e fattone altro.
N
on si contrasta, che alcune di peso d'un
S
estante, & una
S
estula; cioè di due once, e sazi uno in circa; & altre piu, che hanno un certo bel cerchio di oricalco commesso intorno a quelle di rame, o uero di rame, a quelle di ottone, o di oricalco, non potessero del
P
rencipe esser donatiui a gli amici.
O
ueramente piu tosto presente de'
S
ignori di
C
ecca (iquali erano tre, e dell'ordine de
C
auallieri) all'
I
mperadore, & a piu stretti parenti di quello, prima che la moneta nuoua si publicasse.
F
ra le medaglie, chemi sono peruenute alle mani incerchiate a questo modo, non m'è di memoria uscito hauerne uedute d'
A
driano
, nel cui riuerso era la statua di
T
raiano
sopra un carro tirato da quattro
L
eoni, & nelle mani di
M. G
iouanantonio
C
agnolino
.
D
i
A
ntonino
con la corona di lauro, & inscrittione tale,
S. P. Q. R.
AMPLIATORI CIVIVM
,
appresso il
R
euerendiβ.
M
ons.
G
iouanni
d'
A
quilea
P
atriarca.
D
i
F
austina
, e di
L
ucilla
:
D
i
G
eta
con tre figure a cauallo, e lettere.
PRINC. IVVENT
. Q
uesta fra le antichità del
R
euerendiβ.
B
embo
;
D
i
A
lessandro
con la madre
M
ammea
, in mano di
M. A
ndrea
L
auredano
: di
M
arcia
O
tacilla
con i due
F
ilippi per riuerso, questa appresso l'
A
ueroldo
.
M
a hora uegniamo al secondo nome
R
omano della medaglia.
P
ecunia, fu parimente chiamata la moneta; dalla nota della pecora, che ui segnò il
R
e
S
eruio
, come narra
P
linio
, ancor che
V
arrone
da questa uoce pecu, pensa che uenga, hauendo, com'egli dice, questi uocaboli hauuti origine da pastore.
P
ompeio
F
esto
significando il medesimo, doue scriue delle parole, che discendono da greggi, perche tutto lo hauere de gli antichi primi, era posto in armenti, onde discese, che i ricchi in qualunque sostanza si fossero, si chiamarono pecuniosi.
P
aulo
I
urecons.
scriue:
S
ignificatio pecuniae ad earefertur, quae in patrimonio sunt.
o fosse, che con la pecunia si fosse acquistato lo hauere, o pure, perche si conseruasse quello antico primo costume di cosi chiamargli.
H
ora al terzo nome
R
omano dato alla pecunia, ilquale è nummo.
Q
uesta è parola
G
reca, perche νóμοη, secondo
S
uida
, chiamano i
D
oriensi numismata, laquale appellatione, da i
R
omani fu trasmutata in nummo.
I
sidoro
uuole, che da
N
uma
P
ompilio
fossero i danari chiamati