Volltext: Vico, Enea: DISCORSI DI M. ENEA VICO PARMIGIANO, SOPRA LE MEDAGLIE DE GLI ANTICHI DIVISI IN DVE LIBRI.

52.

il numero delle quali (come si dee credere) quanto fosse grande, si puo, come è detto, giudicare. M a perche elle ualeuano al commercio, erano dall'uniuersale accettate e tenute care, doue per contrario non per affettione, che hauessero al P rencipe (che per il piu erano hauuti in odio) le haurebbono tenute care, ma guaste, e fattone altro. N on si contrasta, che alcune di peso d'un S estante, & una S estula; cioè di due once, e sazi uno in circa; & altre piu, che hanno un certo bel cerchio di oricalco commesso intorno a quelle di rame, o uero di rame, a quelle di ottone, o di oricalco, non potessero del P rencipe esser donatiui a gli amici. O ueramente piu tosto presente de' S ignori di C ecca (iquali erano tre, e dell'ordine de C auallieri) all' I mperadore, & a piu stretti parenti di quello, prima che la moneta nuoua si publicasse.
   F ra le medaglie, chemi sono peruenute alle mani incerchiate a questo modo, non m'è di memoria uscito hauerne uedute d' A driano , nel cui riuerso era la statua di T raiano sopra un carro tirato da quattro L eoni, & nelle mani di M. G iouanantonio C agnolino . D i A ntonino con la corona di lauro, & inscrittione tale, S. P. Q. R. AMPLIATORI CIVIVM , appresso il R euerendiβ. M ons. G iouanni d' A quilea P atriarca. D i F austina , e di L ucilla : D i G eta con tre figure a cauallo, e lettere. PRINC. IVVENT . Q uesta fra le antichità del R euerendiβ. B embo ; D i A lessandro con la madre M ammea , in mano di M. A ndrea L auredano : di M arcia O tacilla con i due F ilippi per riuerso, questa appresso l' A ueroldo .
   M a hora uegniamo al secondo nome R omano della medaglia. P ecunia, fu parimente chiamata la moneta; dalla nota della pecora, che ui segnò il R e S eruio , come narra P linio , ancor che V arrone da questa uoce pecu, pensa che uenga, hauendo, com'egli dice, questi uocaboli hauuti origine da pastore. P ompeio F esto significando il medesimo, doue scriue delle parole, che discendono da greggi, perche tutto lo hauere de gli antichi primi, era posto in armenti, onde discese, che i ricchi in qualunque sostanza si fossero, si chiamarono pecuniosi. P aulo I urecons. scriue: S ignificatio pecuniae ad earefertur, quae in patrimonio sunt. o fosse, che con la pecunia si fosse acquistato lo hauere, o pure, perche si conseruasse quello antico primo costume di cosi chiamargli.
   H ora al terzo nome R omano dato alla pecunia, ilquale è nummo. Q uesta è parola G reca, perche νóμοη, secondo S uida , chiamano i D oriensi numismata, laquale appellatione, da i R omani fu trasmutata in nummo. I sidoro uuole, che da N uma P ompilio fossero i danari chiamati
nummi

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