Full text: Vico, Enea: DISCORSI DI M. ENEA VICO PARMIGIANO, SOPRA LE MEDAGLIE DE GLI ANTICHI DIVISI IN DVE LIBRI.

50.

   L a terza ragione che le medaglie di rame sono state monete usate al commercio, e che molte (anzi la maggior parte) sono talmente consumate dall'uso, non dalla ruggine, e dal continuo hauerle in que' tempi maneggiate, che hanno perdute tutte le parti piu rileuate; e sono con tale lissezza spianate, che non se ne può (come si uede) incolpare la ruggine, ne l'antichità, ma l'uso solamente; uedendosene altre tanto bene conseruate, che non si può dire altro, senon che nel principio ch'elle erano ancor nuoue, per qualche accidente, come di guerre, o sospittioni di morte; fossero sepolte, e nascoste, o uero perdute; e cosi non usate, fossero conseruate nette; e dipoi a caso cauando le rouine, o lungo a qualche ripa di fiume scoperte, o ne' sepolcri (perche anco a morti erano necessari danari per dare il premio ad A cheronte che gli passasse alla pallude S tigia) o per i campi, sieno state da i posteri trouate. T ali hauendone io uedute anco d'oro, e d'argento da uillani, che trouate le haueano essere state portate nella cecca di V inegia , che tratte di sotto al cognio in quel punto pareano. E se queste d'oro, o d'argento, che alcuno non par che nieghi, che non fossero all'uso del uendere e comprare, sono si fattamente conseruate, che creder si deue di quelle di rame, che dall'uso appariscono chiaramente consumate? niente altro ueramente per mio giudicto, se non che, correndo per le mani della piu infima plebe (per cagione che il metallo era di piu basso ualore de gli altri due) fossero meno riguardate, poco importando, che del lor primo peso, qualche cosa dinunuissero; ilche, nõ cosi dell'oro, ne dell'argento, perche come s'è detto, ne pagamenti grandi si distribuiuano a peso, e non a numero.
   M a la quarta ragione, che si spendeuano le medaglie di rame, è, che (come si uede fra le medaglie di A ugusto , di T iberio , di C laudio , di N erone , di V itellio , di V espasiano , di T ito , di D omitiano , di T raiano , di A driano , di A ntonino , di M. A urelio , di L. V ero , di C ommodo , di S euero , di C aracalla , di G eta , di A lessandro , di P uppieno , di G ordiano , di D ecio , di T reboniano , di G allieno , e di piu altri I mperadori) ue n'erano molte di rame di grandezza d'un M ocinico, & altre d'un G iulio R o. battute dalle città principali di G recia ; d' A sia , e d'altre regioni con la imagine de' C esari da un lato, dall'altro il segno publico della città; il D io, in cui protettione ella era, o essi uener auano: la imagine della prouincia, o uero qualche lor fiume notabile, tempio, o altro segno, per il quale uolessero che fosse conosciuta la loro moneta da quella dell'altre città, col nome d'essa città, e lettere tali, che seguiuano cio è, MONETANOVA, chiaramente dimostrando questa uerameete esser stata moneta usata. V ero è, che quelle

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