Full text: Vico, Enea: DISCORSI DI M. ENEA VICO PARMIGIANO, SOPRA LE MEDAGLIE DE GLI ANTICHI DIVISI IN DVE LIBRI.

35.

nio nel libro trentare, cap. primo. B enche questa per mutatione dell'armi di D iomede , e di G lauco per tanti buoi, è intesa da G iulio P olluce nel libro nono, cap. settimo, che non fosse di animali, ma di danari d'argento con l'impronta del B ue, nummo de gli A theniesi, a modo di quelli trenta mila S agittarij mandati da A gesilao per corrompere gli esserciti A theniesi, e riuocargli dall'impresa dell' A sia : iquali non soldati balestrieri furono, ma danari di D ario R e de' P ersi, che per segno haueuano la nota d'un'huomo, che saettaua, autore P lutarco ne gli A pophtemi. & all'openione i costoro s'accosta C elio R hodigino . S trabone scriue, appresso gli S pagnuoli, che in B atestania habitano, esser gia stata la permutatione detta, cosi ancor nell' I ndia , benche abondino d'oro, e di rame; come poco tempo e, faceuano, & altre genti, e nell' I sole nuouamente da S pagniuoli trouate. F ecero ( secondo che si legge ) il medesimo gli E sseni, ma con pezzi di rame fonduto, o uero di oricalco ( conciofosse, che gli antichi hebbero in maggior pregio l'oricalco, che l'oro ), senza nota alcuna: cosi i P ortogallesi una pesante uerga di rame, o uer fusto d'argento si truoua che usarono. I M aβiliensi popoli d' A frica , come scriue L iuio al nono de B ell. P uni. pecore, e rustiche case dette M apalie, haueuano in luogo di pecunia, con le quali i mercatanti commutauano le loro merci. N ell' I nghilterra , gente non molto trattabile, non lunge da S cylira I sola , costumarono di fare simili baratti. A ltri, o uero con uno anello di ferro sino a certo peso, o uero con rame cambiauano: cosa, che si faceua ancora nell' I sole di M aiorica , e M inorica , come appresso di quelli, che niuna sorte di danaio fatto d'oro, ne d'argento, uolsero che fosse tra loro portata, ilche fece ancora S partaco , come scriue A ppiano . D e' C armanij, e de' B ambicatij, che intorno al fiume T igri habitano, il medesimo si dice. C ostoro, quanto metallo in lor mani perueniua, in profondiβime fosse, e luoghi segreti sotterrauano, per cagione, che il commercio della pecunia ( come dicono ) non corrompesse la candidezza de' loro animi, e la bellezza de gli ingegni. I lche H erodoto nel secondo narra ancora de gli E thiopi, che stimarono tanto uile la materia dell'oro, che solamente per i condannati catene ne fabricarono. E t in somma tutte le genti, tutte le nationi sotto quella prima età costumarono la permutatione all'hor necessaria, in cambio della quale dipoi uenne il danaio: ilquale, come scriue A ristotele nel quinto dell' E thica al cap. V. fu indotto per legge: e però egli fu chiamato nummo, e νόμισμα, perche egli non è fatto dalla natura, ma dalla legge.
B ij

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