Full text: Angeloni, Francesco: LA HISTORIA AVGVSTA DA Giulio Cesare infino à Costantino il Magno

423.

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   5. palco, e bcn ornato; sopra di cui stanno sedenti li tre Imperadori Pupieno, Balbino, e Gordiano, con vno in piedi, che dimostra esserui per guardia, e dall'vn lato la Dea Liberalità, e vi sale pet gradi, vno del Popolo, che và a prendere il Congiario, leggendouisi: LIBERALITAS AVGVSTORVM. S. C.
   Stampò il Senato a Balbino la medaglia, co'l Genio del Senato, descritto altroue, con lettere: P. M. TR. P. COS. II. P. P. S. C.
   Fù honorato Balbino de' segnali della vittoria conseguita de' Massimini in medaglia, con testa, c lettere, come disopra: vedendouisi la Vittoria, che porgendo con la destra vna Corona, tiene con la sinistra la palma, e vi si legge: VIGTORIA AVGG. S. C. rappresenta altroue.
   Tornato Pupieno in Roma, mostrò dispiacere Balbino de' grandi honori fattigli dal Senato: parendo, che le cose operate non ne richiedessero tanti, e che a lui molti più se ne douessero, per essersi trouato nelle grandissime commotioni seguite sra' Soldati, e'l Popolo; nondimeno fù co'l fanciullo Gordiano, e co'l Senato, ad incontrarlo; entrarono tutti in Roma a guisa di Trionfanti. Ma vditesi da' Soldati le acclamationi fatte dal Popolo, ai due Imperadori eletti dal Senato, e che le elettioni de gli eserciti veniuano dannate, se ne mossero ad ira, quantunque la dissimulassero: nondimeno mentre i due Principi gouernauano ottimamente l'Imperio, e che Pupieno andaua disponendo il passar suo contra i Parti, e Balbino contra i Germani, e che Gordiano si restasse alla residenza in Roma. Nè bastando tal volta la sicurezza, e la confidenza, che dall'operar bene può recare la propria conscienza: già che spesso auuiene, che molte cose s'imprendono a fare da altri in contrario, e fuori di ragione; nelle quali non hà in tal caso suo luogo la speranza nella giustitia, o nella verità di esse, e quindi conuenga lo starsi apparecchiati a sostenere etiandio quello, che è ingiustissimo: secondo incontrò delli presenti due Imperadori; che operando dirittamẽte in prò del publico, e dell'Imperio, commossi i Soldati, non dalla ragione, ma dalla rabbia delle cose già dette, entrati vn giorno d'improuiso nel Palagio Imperiale, e presi li buoni vecchi, e spogliategli delle Insegne, e de gli habiti Imperatorij, pelando loro la testa, e la barba, per mezo la Città, schernendoli, a gli alloggiamenti li conduceuano, gridando: Questi sono gl'Imperadori Senatorij. Ma inteso, che li Soldati Germani si erano mossi in prò de' Principi, temendo di non esser da quelli sopraggiunti, gli vccisero: lasciando nella strada i cadaueri. Cotal fine hebbero li due buoni, e Virtuosi Imperadori, che l'Imperio, con gran rettitudine, per vn anno amministrarono.
Gordiano

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