Full text: Angeloni, Francesco: LA HISTORIA AVGVSTA DA Giulio Cesare infino à Costantino il Magno

377.

   Partito Eliogabalo di Siria, sopraggiunto dal Verno, passò in Antiochia; doue della sua gran leggerezza diede manifesti segnali; peroche non ad altro vi attese, che al fare spessi sagrifici al suo Dio Eliogabalo, saltando, e danzando, e con l'vsare vestimenta effeminate con lauori di vari colori, e d'oro intermisti, e piene di lusso, e di mollitie, ornandosi il collo di collane, le braccia di armille, e'l capo di corone colme di gioie: nè per quanto glie le persuadesse Mesa sua Aua, volle giamai dismettere simili sciocchezze, o cangiarsi d'habito; il quale non alla Romana, ma al modo de'più lasciui Barbari egli vsaua; in tanto, che condottosi con esso in Roma, vi fù dal Senato veduto in tal guisa con gran cordoglio; poiche bene spesso i primi aspetti delle cose danno inditio di quello, che dee seguire: nè lasciò nondimeno di accoglieruelo nella forma, che alla necessità del fatto, & alla qualità di lui si conueniua. Distribuì Eliogabalo, nel primo suo arriuo, vn donatiuo notabile al Popolo, che secondo l'vso antico, il nome haueua di Congiario, e ne appare la memoria in medaglia con testa, e lettere descritte, el'Imperadore sedente sopra di vn palco, con la
   3. Dea Liberalità appresso, & vno del Popolo, che per alcuni gradi si conduce a prender cotal donatiuo, leggendouisi: P. M. TR. P. II. COS. III. P. P. LIBERAL. AVG. S. C.
   Attese dapoi Eliogabalo a celebrare vari spettacoli al Popolo, e feste magnifiche di qualunque sorte, & edificò vn gran Tempio con altri molti d'intorno al primo, ne' quali ogni giorno si faceuano sacrifici: ma benche in simili passatempi, più, che pij esercitij, egli si occupasse; non pertanto lasciò di apparir crudele, co'lfar morire indebitamente molte persone per nobiltà, e per ricchezze riguardeuoli, solamente per hauer vdito, quelli non mostrarsi lieti delle sue feste, e che di lui sparlauano. Introdusse nel Senato la Madre Soemia; la quale vi occupò il seggio dell'vno de'Consoli. Prese per moglie Giulia Paola, e la chiamò Augusta, ma non guari vi andò, che cessato il desiderio, e l'amore di essa, per l'acquisto fattone, gli venne a noia, e ricusolla, e costrinsela a menar vita priuata. Fintosi inuaghito di vna Vestale, la tolse contra l'vso delle leggi del Tempio, e la isposò, dicendo, a lui, che era Sacerdote, esser conueneuoli le nozze di Sacerdotessa. Volle etiandio prouedere il suo Dio Eliogabalo di moglie; peroche trasferì nella sua camera il simulacro di Pallade detto Palladio, hauuto da'Romani in gran veneratione, e che fin all'hora, se non vna sola volta, era fatto palese ad alcuno: ma non confacendosi alla sua volubiltà, che quella Dea armigera fosse di buon proposito per lo Dio Eliogabalo, fece condurre d'Africa la Dea Vrannia; la quale i Fenici chiamauano Astroarche, che l'istessa esser si crede, che la Luna; & ordinò, che per tutta l'Italia, per cotali nozze, si celebrassero feste publiche in più giorni. Fù in ogni sorte di lussuria, e di vitij dissolutissimo, nè più si studiò, che di sodisfare le pessime sue inclinationi. Edificò non lungi da Roma vn Tempio, done ogni princpio d'anno conduceua il suo Dio, & iui co'lguidar delle Carrette, e co'giuochi scenici, e co'notturni conuiti, & altri giuochi esercitandosi, andaua per tal via trattenendo il Popolo in continue feste. Vna medaglia si vede in tal proposito, che oltre la testa, e lettere descritte, mostra vna Quadriga all'vso delle Trionfanti; sopra la quale stà Eliogabalo, che
   4. con la destra porge vn ramoscello d'Oliuo, e si vede dinanzia lui la Stella, che rappresenta il Sole, con inscrittione: P. M. TR. P. III. COS. III. P. P. S. C. Non si hauendo rincontro di alcun trionfo, ch'egli ottenesse in tal Consolato; poiche nè meno guerreggiò; pare perciò chiaro, che simil Quadriga dimostri l'vna delle sue leggerezze, già che bene spesso su' Carri, guidandogli, soleua mostrarsi al Popolo, e tal volta lo faceua saltando, e
danzando,

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