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nicia Potestà, fù ascritto frà le famiglie Patritie; e la moglie, e la figliuola conse guirono il
1. titolo di Auguste. Vedesi la medaglia, con testa cinta d'alloro, e lettere: IMP. CAES. M
2. DID. SEVER. IVLIAN. AVG. e'l simulacro della Fortuna in piedi, che sostenendo con la destra vn timone, il cui calce si appoggia sopra il globo, tiene nell'altra il Cornucopia, e vi si legge: P. M. TR. P. COS. S. C. Presero gli antichi la Fortuna per alcun Nume; il quale nelle cose mondane potesse assai, e gl'Imperadori l'hebbero in tal riuerenza, che ne teneuano il simulacro d'oro nelle loro più secrete stanze, e l'adorauano, facendolo condurre con essi, quando compariuano in publico; e trasportauasi nel punto della morte loro nella stanza di colui, che eletto si erano per successore; quasi con tale attione si trasferisse in quello l'Imperio. Dipinsero però la Fortuna Donna in piedi, con vn timone di Naue sopra il globo, inteso pe'l Mondo, e le posero nell'vna mano il corno della copia: volendo intendere, che alla Fortuna stesse il dare le ricchezze, e fosse in suo potere il gouerno delle cose humane, e de' beni temporali, e che cotali cose concedeua a sua voglia, secondo auuenne dell'Imperio in prò di Didio Giuliano: ma non s'hebbe forse all'hora il riguardo, che stendendosi la forza di lei soprai corpi humani soggetti a molti, e diuersi accidenti, procedendo da essa il riuolgimento di tutte le cose mondane, poteua anche ben presto vedersene il tragico effetto in Giuliano medesimo pur all'hora alla maggior grandezza terrena esaltato.
Procedendo più oltre il Senato nel mostrarsi beneuolo verso il nouello Imperadore, dopo attribuitogli il nome di Padre della Patria, da lui riceuuto con particolar contenro, fù
3. decretata l'altra medaglia, con testa, e lettere già dette, e'l Imperadore togato in piedi, sù la cui destra sostiene il globo, con elogio: RECTOR ORBIS. S. C. Dimostrando in ciò la piena, & assoluta potestà, che egli teneua sopra di ogni cosa.
Per dinotare particolarmente il fauore, che tuttauia riceueua Giuliano da' Soldati, e
4. con quale concordia era protetto, e seruito da quelli, si vede la medaglia con testa, e parole sopradette, & vna Donna in piedi con due Insegne militari, l'vna per mano, standoui essa nel mezo con tali note: CONCORDIA MILITVM. S. C. La Donna altro non è, per mio credere, che la stessa Dea Concordia, che mantiene vniti, e fauoreuoli gli eserciti in prò di Giuliano.
Maritò l'Imperadore la figliuola Didia Clara in Cornelio, che in vece di Sulpitiano, fece Prefetto della Città. Ma il Popolo, non potendo accomodar l'animo al modo tenuto da' Pretoriani nel vendere, contra l'vso, l'Imperio, e che Giuliano comperato l'hauesse; entrato anche in sospetto, ch'egli fosse stato parte cipe della morte del buon vecchio Pertinace, posegli odio immortale, e lo bestemmiaua, tirandogli fin de' sassi: ma egli procurò placarlo, dissimulando le ingiurie, e le percosse; e concedendo, che la libertà introdotta prima da Commodo, e ristretta da Pertinace, fosse vsata sotto di lui, stimò tal mezo basteuole per conciliarsi gli animi. Ma in quel tanto Pescennio Nigro capo della Siria, e Settimio Seuero nell'Illiria, si ammutinarono co'loro eserciti contra Giuliano. Ond'egli ottenuto dal Senato, che Seuero fosse, co' Soldati, dichiarato i nimico del Popolo Romano, gli mandò senza frutto alcuni successori: giunto Seuero a'confini d'Italia, pose tale spauento in Giuliano, che tardi auueduto esser difficile il custodire quello, che da molti vien desiderato, e che la virtù del conseruare l'acquistato non era in lui: nè recandogli la macchiata sua conscienza la contentezza propostasi, quando con vilipendio del nome