Full text: Angeloni, Francesco: LA HISTORIA AVGVSTA DA Giulio Cesare infino à Costantino il Magno

244.

contenuta dal Genio, già che l'adorarono anche come Dio della generatione, ouero la dispositione, che hau eua sem pre alla guerra, e'l Cornucopia per la felicità, che accompagnaua il medesimo Popolo, o per le ricchezze grandissime, che possedeua.
   Appresso a questo ci vien posto innanzi in diuerso rouescio vn vecchio graue, che stende con la destra vn ramoscello d'alloro, e sostiene con la sinistra lo scettro, con inscrittione: GENIO SENATVS S.C. Raccogliesi, nella diuersità de'due Genij descritti, quanto si studiassero gli antichi nel rappresentare i concetti loro, perche tenendo per certo, che ciasoun huom o hauesse il Genio buono, e'l cattiuo, hebbero anche per fermo, che così il Popolo, come il Senato, hauessero i proprij Genij, e quasi armiggero formarono il primo, facendolo con l'hasta, in atto assai ispedito, e pronto a prendere qualunque occasione, già che pure il Popolo Romano era egualmente disposto alla guerra, & alla pace: ne' quali casi l'abbond anza del vitto faceua sempre di mestieri; e perciò vi aggiunsero il Cornucopia, volendosi anche in ciò dimostrare le ricchezze da lui possedute, e la felicità, con la quale conduceua qualunque suo fatto: l'altro, che rappresenta il Genio del Senato, dimostrarono in persona di età graue, e togata, per maggiormente darlo a vedere di maturi pensieri, e più apparecchiato al consigliare, che al maneggiar dell'armi.
   Ma come l'amore de'Romani andaua sempre più auanzandosi verso l'Imperadore Antonino; così non si lasciaua da essi di annuntiargli sempre il bene: e vollero dimostrarlo etiandio nel rouescio d'vna medaglia, in cui figurarono il buon'euento, che denota prospero
   27. successo, e felice fine delle attioni, e delle imprese. Vedesi però vn'huomo affatto ignudo, che sacrifican do con la Patera, tiene pendenti, con la sinistra mano, vna spica di grano, & vn papauero, e vi è notaro. BONO EVENTVI. S.C. Sacrifica, cred'io, perche volendosi conseguire la somma felicità, & i buoni successi delle cose, dee ricorrersi a Dio, che lo conceda: si dimostra ignudo, forse per dinotare, che simili Euenti buoni deono essere spogliati di ogni tristezza: porta la spica, e'l papauero, consistendo la humana felicità nell'abbondanza delle cose, e del vitto specialmente, e della quiete significata nel papauero incitando quello al sonno.
   Nel medesimo Consolato terzo decretò il Senato l'altro rouescio, con Vecchio giacente
   28. dal mezo in sù ignudo, che ad vn scoglietto appoggia gli homeri, e vi riposa il sinistro braccio, la cui mano sostiene vna tremola canna, mentre distende la destra alla prua di naue, che gli giace vicina, leggendouisi: TR. POT. COS .III. TIBERIS S.C. Tal figura, non hà dubbio, per quello, che si dimostra, e le lettere la palesano, essere il fiume Tebro. Se questo fosse applicato alla gloria del Principe, quasi, che col Genio del popolo, e con l'altro del Senato, e col buono Euento, concorresse a mostrarsi riuerente verso vn tanto Imperadore, o che a suo tempo, come Giulio Capitolino afferma, fra le disauenture, che auuennero, restò la Città innondata dal Teuere, io non sò distinguere. Si fà vecchio il simulacro del fiume, perche col mondo nacquero le acque; e s'appoggia ad vn scoglio, essendoche la sua nascita segue fra monti: gli si dà la canna, che denota abbondanza di simile elemento, propagandosi queste ne'luoghi acquosi; e tiene vicina la prua di naue, per segnale, che cotal fiume è nauigabile; il quale vscendo sopra Tiferno dal destro lato dell'Apennino, diuide la Toscana dall'Vmbria, e Campagna, com'anche fende pe'lmezo la Città di Roma: dimostransi giacenti i fiumi, essendo che il proprio loro è lo andare per la terra ser pendo.
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