Full text: Volume (Tomo Terzo)

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III. Or passando a far parole delle 
Torri, onde spiccò Pisa fralle altre Città 
d'Italia , ne andavano altere le descritte 
mura, come dagli avanzi di esse tuttora 
si raccoglie. Molte poi rimaste per lo più 
mutilate anche a di nostri nell' interno 
della Città non cessano di rammentare com 
esse grandeggiavano per altezza, e per 
quantità prodigiosa nei tempi ai quali è 
diretto il nostro ragionamento. Niuno di 
ricercar creda giammai in questi avanzi 
alcuna traccia analoga a P'isa Colonia, e 
perchè non fu costume dei Romani il fab¬ 
bricarle in seno alle Città, e perchè non 
avvene alcuna a opera reticolata, la più 
comune dice Vitruvio frai Romani. E se 
Orazio scrisse nella 4. ode del 1. libro, 
Pallida mors aquo pulsat pede pauperum 
tabernas 
Regumque turres 
intese di chiamar torri 1 palagi dei gran- 
di Nemmeno in essc ritrovar alcun si 
lusinghi qualche incerta opera antichissi¬ 
ma, che appelli agli Etruschi che le usa- 
rono, come insegna Virgilio nel lib. X. 
nominando Veteres la Città di Pyrgi edi- 
ficata di torri, e come vuol Dionisio Ali¬ 
carnasseo attestando che gli antichi Etru¬ 
schi per la costumanza, e pel genio loro 
in edificar torri fossero detti in principio 
T. III. P. II. 
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