Full text: Volume (Tomo Secondo)

dare ; e fralle principali operé insigni di si 
celebre Maestro ripone la statua di Giove 
Olimpico in Elide, in Atene la Pallade cum 
sit ea cubitorum viginti sex, ebore haec, et 
auro constat (1). Sappiamo per attestato di 
Omero, di Seneca, e di Francesco Giu- 
nio (2), che sull' avorio una delle prime 
materie dopo il legno, e l’argilla, da noi 
già indicate, si esercitarono 1 Greci Artisti. 
E che formarono anche a’ tempi del com¬ 
mendato Artefice alcune statue di legno 
con testa, e mani di marmo denomi¬ 
nate Acroliti. Illustrano quest’ epoca le pro¬ 
duzioni ancora degli emoli di Fidia, e de¬ 
gli scolari suoi distintamente ricordate dal 
medesimo Plinio, e fra queste il Vulcano 
di Alcamene Ateniese noto eziandio per gli 
scritti di Cicerone sulla natura degli Dei. 
Che la Statuaria fiorisse nell' Olimpia¬ 
de LXXXVII., e con più straordinario avan- 
zamento nella CIV., il surriferito storico Ve¬ 
ronese ne porge sicura testimonianza. Fan 
chiara comparsa nel primo tempo Scopa 
(1) L. 36. C. V. e lib. 34. C. VIII. 
Nel lib, XXXIII, C, IV. si legge che la prima Statua 
d’ore solida innanzi che alcuna se ne facesse di rame, 
per quanto dicono, fu posta nel Tempio della Dea 
Anetide venerata dai Lidj. 
(2) Sen. Eplst. 9. Fr. Giun. de pic. vet.
	        
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