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te dal finissimo marmo statuario; se le foglie
lavorate col maggior gusto, e i giri di quel-
le con delicato traforo; e se generalmente
si osserva la particolar morbidezza, e il som¬
mo pulimento dell' intaglio, sembra doversi
giudicar quest'opera di finissimo Greco la¬
voro. Conosceranno gl’intendenti, ch’ io non
ne aggrandii con parole la descrizione, e re-
cherà loro meraviglia, ch’ ella provenga dal¬
la mano sempre felice del sovente lodato Mae-
stro Stagio Stagi da Pietrasanta. Almeno pro-
pongo, ciò che dalla tradizione, e da alcu-
ni MSS. viene assicurato.
XXXII. Sul medesimo Capitello leggiadra¬
mente s'innalza una statua in metallo, altra
opera degna di somma stima. Rappresenta
un Angelo di belle forme, vestito di sotti¬
li, e bene accomodati panni, che sostiene
con pronta attitudine un candelabro. La ba-
se parimente di bronzo è molto ben lavora-
ta. Tanta bellezza di esecuzione si deve a
Stoldo di Gino Lorenzi da Settignano, che
molto operò in Pisa, ed atteso il non ordi¬
nario suo credito fu dichiarato dal G. Du¬
ca Francesco sopraintendente all’ opera del
Duomo, come distesamente ne parlano Bor-
ghini, e Baldinucci. Nella base è scritto l'
Anno 1583. in cui si fece il lavoro. Nel
cit. codice di quest' Archivio è indicata la
stima fatta dal nominato M. Valerio Cioli