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alcuni tondetti; la quale Pittura stava
una volta all’ Altar maggiore della
Chiesa da cui fu levata per cedere il
luogo all' Assunta che vi è di presente.
Sotto lo scanno della Madonna si legge.
Op. Magistri Jocti Floren.
Nè solo questo quadro fu sempre¬
ignoto al Conte Malvasia, ma il fu
sempre ancora a qualunque sin ora
scrisse di Giotto, e delle nostre Pittu-
re. Essendosi adunque scoperto, cre-
diam di far bene accennandolo all' eru-
dito Passeggiere amatore della Pittu-
ra, perchè possa vedere un opera di
un Uomo, che tanto a suoi giorni eb-
be grido. Mori questi del 1336. Di qui
tornando indietro , e voltando poscia a
mano ritta ci possiamo incamminare per
la ombrosa salita al superbissimo Moni¬
stro veramente Reale, e nobil Chiesa
de' RR. Monaci Olivetani, detta di
S. Michele in Bosce
Dificata nello stesso sito, ove ne
primi secoli, un Tempio dagl
Idolatri a falsi Numi eretto, fu sino
del 368. da S. Basilio nostro Vescovo
al culto del vero Dio ridotto, e con-
segrato. Del 413. da Alarico Re de
Goti distrutto, su del 451. dall' altro
S. Vescovo Paterniano rifabbricato
Del 903. dagli Unni arso, ed incene-
rito, del 908. fu rifatto. Fu poscia
abitato da Monaci Camaldolesi, e del
1123. da Frati Eremitani di S. Ago,
sti¬