Full text: Montalbani, Ovidio: Le Antichita Piv' Antiche Di Bologna

Cau. Salu. 
sopra il De. 
cam. del 
Bocc. l. 3. 
part. 37. 
Id. Comm. 
Dantis. 
Dant. in 
Purgat. 
Guid. Gui- 
nic. cant. 
Joach. Pe¬ 
vion. de L. 
Gall. Orig. 
Dantes l. 
vulg. eloqu. 
c. 15. 
Filot. Arch. 
l. dell'An- 
not. della 
V. L. 
22 
lia Bononiensis sermo, ac Laconicus olim in graecia. Bellissimo, 
e gratiosissimo Laconismo osseruasi scritto in vna canzone di 
Guido Guinicelli Caualiere Bolognese, e Maestro de' Maestri 
di Dante, com'egli confessa in quei versi. 
Padre mio, e de mici miglior, che mai 
Versar rime d'amor vaghe, e leggiadre. 
Il Laconiſmo è questo; La Stalla i dà valore, dicendo i per gli. 
Il Bologneſe imita tanto bene il buono altrui , e rifiuta il vitio- 
so, che e vno stupore. Egli non pronuntia , ò troppo in gola, ò 
troppo sù i labbri , nè troppo molle , nè troppo aspro , nè colla 
lingua troppo frezzoſa , ò troppo melensa , nè troppo superbo, 
nè troppo dimesso, ò troppo ristretto, ò rilasciato , e finalmente 
non sà di barbarismo ; sociabilissimo verso tutte le altre lingue, 
e la di lui espressiua sù per le carte, più facilmente d'ogn' altra 
perfettionabile si rende; Non posso, nè deuo tralasciare due 
auttorità frà l'altre, che questa propositione confermano soda- 
mente, l'vna è di Dante, e l'altra è del Filoteo, che dialoga col 
Filerote, quello iu cotal guisa fauella. Hora ci sforzeremo per 
espedirci a cercare quello, che della Italica Silua ci resta, dicemo 
adunque, che forse non hanno hauuto mala opinione coloro, che 
affermano, che i Bolognesi con molto bella loquella ragionano, con¬ 
ciosi ache da gl'Imolesi, Ferraresi, e Mododesi qualche cosa al lo¬ 
ro proprio parlare aggiungono, che tutti, sicome hauemo mostrato. 
pigliano da i loro vicini, come Sordello dimostra la sua Mantoa, 
che Cremona, Bressa, e Verona confina; il qual huomo fu tanto in 
eloquen(a, che non solamente ne i Poemi, ma in ciascun modo, che 
parlasse, il volgare della sua Patria abbandonò. Pigliano ancora 
i prefati Ciitadini la leggiere (za, e la mollitie da gl I molesi, e da 
Ferraresi , e Modonesi vna certa loquacità, la quale è propria de 
Lombardi. Questa per la mescolan (a de i Longobardi forestieri 
crediamo essere rimasta ne gli huomini di quei Paesi. Se adunque 
i Bolognesi dali vna, e dall'altra parte pigliano, come è detto, ra¬ 
gioneuole cosa ci pare , che il loro parlare per la mescolanza de gli 
oppositi, rimanga di laudabile soauità temperato; il che per giudi¬ 
tio nostro sen (a dubbio essere trediamo. &c. Il secondo Autore ci¬ 
tato cosi ragiona. Io non vi hò detto (rispose il Caualiere) che li 
Toschi dire a lor modo non possano, ma della lingua Bolognese in 
specialitade parlo, quando con diserta ben corretta fauella è pro¬ 
nunciata, e quel che e più di qualche voce notato: E s'aliramente, 
che Tosco dice, rifiutare non e conueniente, e giustamenie commu¬ 
ne si può dire, e beñe, e quando negare non mi douete per la mag¬ 
gior
	        
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