Monte ; ma n’ebbe per risposta , che fin allora da alcuno mai,
non ostante qualunque usata diligenza, rinvenire si era potuto
quel Monte della Guardia, che lo scritto accennava.
Non si perdette di coraggio perciò il divoto Romito, ch’ an¬
zi sempre più ansioso si fece a supplicar caldamente que’ Reli¬
giosi, acciò gli concedessero la Sacra Immagine, scongiurando¬
li , ed assicurandoli , che egli avrebbe girato tanto il mondo
fintantochè avesse ritrovato questo Monte; e quando ciò non
gli fosse stato possibile , avrebbe riportata ad essi la detta Im¬
magine. Furono cosi efficaci le di lui parole , che que’ buoni
Religiosi mossi vieppiù ancora dalla sua bontà, e santa vita
gli concedettero finalmente col suddetto patto il prezioso Tesoro
di quella Sacra Immagine. Ora si figuri ogni cuore ben affe¬
zionato alla Vergine con quanta allegrezza e gaudio spirituale
si caricasse il divoto Eremita di si gran pegno, quale da lui
involto con ogni maggior riverenza ne’ suoi poveri panni si po¬
se al collo stillando lagrime di divozione, e tutto pieno di
speranza di ritrovare ed ascendere il Monte destinato da Dio
per meta felice del suo pellegrinaggio; chiesta prima, ed avu¬
ta la benedizione da quei buoni servi di Dio, si mise in cam
mino senza ch’egli stesso sapesse verso qual parte dovesse i
suoi passi rivolgere. Chi può raccontare tutti li disastri di quel
lungo viaggio ? Colli , monti , valli, rupi alpestri, mari, fiu¬
ni dovett’ egli passare , e ripassare. Da per tutto, e ad ognuno
con cui incontravasi , contezza addimandava del Monte della
Guardia ; ma non potendo mai essere consolato con la bramata
risposta, alla perfine lasciata addietro la Grecia, la Morea.
l’Albania , pel Golfo di Venezia dopo aver costeggiato le ri-
viere tutte dell’ Adriatico , si portò a Roma, per vedere se in
quella Città capo del Mondo, e ricovero di tutte le nazioni, rinven¬
nire potesse chi del Monte desiato gli desse qualche ragguaglio.
Ne andarono fallite le sue speranze : perocchè arrivato in
Roma inviossi verso la Chiesa fatta costruire dal grau Costanti¬
no, per ivi adorare le Réliquie de’ gloriosi Apostoli Pietro e
Paolo, e compito che ebbe alla sua divozione, s’ avviò per
quella contrada, nella quale eravi il Palazzo dell’ ambasciatore
di Bologna, che in que’ tempi era un certo Passipovero del
l’ antichissima e nobilissima famiglia de’ Passipoveri bolognese.
Questí come per diporto stava alla finestra del suo Palazzo con
altre (persone ragguardevoli, e vedendo passare l’ eremita , che
al cóllo portava la tavola coperta dei suoi panni, desideroso di
sapere cosa egli portasse, lo fece chiamare pe’ suoi servidori.
e poiché fu alla sua presenza il ricercò di quanto egli avesse