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aumento dal tempo; che a poco a
poco và producendo le stagioni, per
cosi dire, e i mezzi, onde farsi a-
dulte. Fer ora vi ha di Cimabue
un S. Bartolomeo riconosciuto al con¬
fronto delle due maggiori, e miglio-
ri sue tavole, che abbiamo in Fi¬
renze (1); di Giotto qualche im-
magine piuttosto dubbia; di Taddec
Gaddi la Deposizione citata da Va-
sari nella sua vita; di Agnol Gaddi
una Nunziata con un grado di mi-
niature affatto simili a quelle di
S. Pancrazio; di Orgagna, o della
sua ſcuola un tabernacolino co’SS. Pie¬
tro e Paolo, e storie di S. Cateri-
na; e l'altare di lui lavorato per
caſa Strozzi ne ha dato indizio; del
Laureati il Romitorio, replica di quel
di Pisa, con pochissime alterazioni;
di
(1) In S. Maria Novella, e in S. Tri-
nita. Di questo, e degli altri volentie¬
ri cito le pitture, che mi han tenuto
luogo di pietra di paragone; essendo
esse autentiche, e nominate da Vasari.
Egli è ſtato spesso convinto di creduli¬
tà circa gli anni, e le altre particola-
rità della storia: ma nell'assegnare ad
ognuno le sue vere opere, la sua au-
torità debb’ essere presso chiunque di
sommo peso.