Dominante. Se Firenze per varie sue
prerogative ha meritato di esser det¬
ta l'Atene d'Italia; questo in certo
modo è il suo Pecile, ov’ ella tien'
effigiati i Cittadini più gloriosi. Se
non che la Greca Atene in quel
suo portico intese di onorar segnala¬
tamente gli uomini di stato, e i guer¬
rieri; Firenze ha qui dato luogo a
ogni gener di lode, e potria dirsi :
Heic manus ob patriam pugnando
vulnera passi,
Quique Sacerdotes casti dum vita
manebat,
Quique pii vates & Phoebo digna
loquuti
Inventas aut qui vitam excoluere
per artes
Quique sui memores alios fecere
merendo. (Virg. Aen. VI. 560.
L’opera de’ Pittori abbisognava
di una mente superiore che la diri-
gesse, e l’ebbe nel conte Ferdinan-
do del Maestro. Egli ideò questo qua-
si poema in pittura, il quale esiste
anche inciso in rami con accuratissi¬
me dichiarazioni del Manni.
L'incendio del 1762. che con-
sumò dodici spartiti di queste volte
ha