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Fabroni notò opportunamente nella
sua dissertazione, che Guido richie-
sto, onde avesse tolto il bello stile
che gli ha fatto onore, confessò, che
il gruppo della Niobe era stato il
suo grande studio. Ultimo della
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scuola di Caracci nomino l'Albano
al
pittor grazioso, e quasi caposcuola
in quel genere in cui è il quadro,
i
che ne abbiamo. Egli dipinse più
Amorini che non ne cantò Anacreonte,
più Angioletti che non ne introdus¬
se Torniello nelle poesie marinere
sche. Questo era il sentiero, che
gli avea mostrato natura per segna¬n
larsi. I suoi quadretti profani si sontol
rammentati tra fiamminghi: qui vilv
è un Gerà, Fanciullo fra varj An-n
giolini, 1 quali gli presentano chitda
croce, chi spine, chi sudario, e
chi spugna, o chiodi, o altro istru-u
mento della passione. Tutto il drapaqu
pello è graziosiſsima coſa, e special-.
mente il divin Salvatore, che levan-ns
do gli occhi e offerendosi al Padrenb
per sa umana Redenzione, accettaus
insieme e sfida, per cosi dir, quebu
martori a venirgl'incontro.
Un