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lina, o quella de figli di Bruto, o
altra che fosse (1); di che pure pos-
son vedersi le congerture del Gori.
Quanto a me, questa mi sembra una
di quelle cose, delle quali è più fa-
cile dir cò che non sieno, che ciò
che sieno; e dove la storia tace, par
che deggia imitarsi Plinio-, che ne
suoi cataloghi di sculture molte si-
mili
(1) Io non trovo scoprimento di con-
giura più degno di statua, che. quello
di cui scrive Plutarco nel suo Cesare.
Il fatto avvenne in Alessandria: Tonsor
Caesaris pavore quodam, quo universos
anteibat homines. unumquodque auribus
captans, & accuratissima perserutans in¬
dagine, intellexit exercitus ducem Achil-
lam, & Eunuchum Pothinum Caesari in¬
sidias ordiri. Il gusto della scultura,
la fisonomia servile, il volto atteggiato
a timore, la espressione di chi omnia
auribus captat; l'azione dell' arrotare
corrispondente alla professione, tutto
combina col testo addotto; toltone so¬
1o il coltello. Esso è veramente di un
taglio sottile, ma troppo ampio e lun-
go per crederlo una novacola da rader
barba, e il dir che nelle tonstrine rade-
vasi tutto il corpo, e curavasi con mag-
gior ferri, non so se basti a salvar la
grandezza di questo.