DELLIE TERME
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mura si vedevano grandissimi pezzi assimigliati a calcistruzzi
di petrelle murate con tenacissima calcina, e si crede si congiun¬
gessino già con gli Archi, che andavano sino alla Porta a Faen¬
za, e a S. Giovanni tra l' Arcora. Questa, nota con sua
mano maeſtra lo Strozzi, è in una Storietta scritta da
un tal Cavalcanti. Nella Libreria Riccardi, per no-
tizia favoritami gentilmente dal Sig. Dottore Gio: La¬
mi da me altrove celebrato, si trova quest' Istoria, il cui
Autore è un Gio: Cavalcanti; il quale replica quasi l'istes-
so in un Trattato, che fa altresi, Politico Morale, indi-
rizzandolo a Neri di Gino Capponi, originale nella sud-
detta Libreria Riccardi. Accenna una di queste due fa¬
tiche Gio: Batiſta Ubaldini nell'Iſtoria di sua Famiglia
dicendo, che fu opera di Giovanni Cavalcanti, scritta al
Magnifico Neri di Gino Capponi, e che era allotta in potere
di quel Riccardo Riccardi, di cui eruditissimamente al
suo solito ha ſcritta la Vita tre anni ſono il chiariſsimo
Sig. Giovanni Lami predetto.
E siccome da' documenti riferiti sin qui sembra, che
ſi ſtabilisca una gran continuazione d'Archi sotto varj
nomi essere stata in Firenze, e fuori; cosi dalle parole,
del Cavalcanti, e da quelle del Poggio, ch'è posteriore
e rammenta soltanto gli Archi fuor di Città, extra Urbem
vonnulli Arcus apparent, non si deduce quando questi di
dentro fussero malmenati. Di quei di fuori il Borghino, che
nato l'anno 1515. si potea ricordare delle rovine per l'as-
ſedio, e per la Fortezza fatte, scrive nell'Origine di Firen-
ze: Ricordandomi io, fuor della Porta, che si diceva a Faen-
za, allato alla Chiesa di San Giovannino (che ancor per questo
si chiama Fra l'Arcora) essere in piè dieci, o dodici Archi di
quell Acquidotto.
Piacemi, affine di far vedere non meno ov’ era S. Gio¬
vanni tra l'Arcora, che altri luoghi, che di sotto si no¬
mineranno, e che inoggi più non ci ſono, di rappresen-
tare qui in intaglio questa ultima parte della Città, tale
quale era prima dell anno 1527. avanti cioè, che per con-
siglio di Federigo da Bozzoli si atterrassero le torri, che
alle