DELLE TERME
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quedotto antico fatto da Romani per condurre acque da Valdi-
marina a Firenze.
Perchè si di lungi si conduceßero.l acque.
CAr. II.
)Opo che il Villani ebbeci narrato donde le acque,
avessero loro sorgente, gli piacque di viemaggior-
mente calcare di esse un uso da quel del bagnarsi diverso.
E nota (dice) che gli antichi per santade usavano di bere acqua
di fontane menate per Condotti. Seguito fu in ciò da Do¬
menico Buoninsegni dicente, venute di colà essere tali
acque per lavar la Città, e per bere. E prima di lui Goro
Dati avea laſciato ſcritto: Veniva per Condotti fatti sopra a
pilastri con Archi l'acqua, che forniva tutta la Città, e an¬
cora se ne truova origine fuori della Porta a Faenza. Final¬
mente aggiunse il poc'anzi allegato Bartolommeo Scala;
Neque satis salubres, aut suaves potu, quæ scaturirent, esse
poterant, e ciò a cagione dell' acque stagnanti.
Ma a noi, checchè sia dell' acque per bere, di cui non
cerchiamo, gioverà: por mente a quel, che de' Condotti
da lungi fatti venire, in una Nota all' Opera sua De Sacris
Balneis ſcrive il celebre P. Paciaudi, cioè, che i Romani
nostri autori, Hoc forte abs Judais acceperant, qui auctoribus
Conrado Ikenio, & Theodoro Dassovio in Antiquitatibus Hebra¬
icis, quumvis in privatis aedibus piscinas sibi constituissent, &
Thermas Tiberiadis praesto vaberent, Deum precaturi, solum
aquam a Siloe haustam immunditiem detergere sunt opinati.
Hinc fortasse Rabbinica illa superstitio, de qua Bartholoccius.
Balneorum aqua volunt Rabbini, ut non sint hausta ax puteis,
vel ex aquis stagnantibus; sed ex fluminibus, vel fontibus per
canales in Balnea deriventur, Biblioth. Rabbin. Tom. 111.
In Lucio Fauno De Antiquitaribus Urbis Romæ Lib. IV.
cap. 55. abbiamo, ove De Aquædustibus Aquæ Martiæ ragio¬
na: Scribit Frontinus hanc aquam XXXV. lapide ub Urbe ad
Viam Valeriam dedustam, LXI. millibus passuum fistulis at ru¬
bis