Full text: Vasari, Giorgio: Ragionamenti del Signor Cavaliere Giorgio Vasari, pittore - architetto aretino sopra le invenzioni da lui dipinte in Firenze nel palazzo di loro altezze serenissime con 10 illustriss. ed eccellentiss. Signore D. Francesco Medici allora principe di Firenze insieme con la invenzione della pittura da lui cominciata nella cupola

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RAGIONAMENTI 
queste stanze, o d'arazzi, saremo a tempo in quelli a far tutto quello, che 
avessimo mancato in questi, come abbiam fatto in quelle di sopra. 
P. Non mi dispiace, perchè son tutte belle, e ricche storie; ma cominciate 
un poco a dirmi, che cosa è questa, che è in questo partimento, spartita 
in questa stanza nella volta in queste storie, e otto virtù ne’ cantoni di 
questa camera? che è quà sopra, dove io veggo quel Re abbracciar Loren- 
zo? sarebbe ella mai l'andata a Napoli? 
G. V. E. l'ha conosciuta; questa è quella storia degna del grande animo 
suo, piena di pietà verso la patria, e di fede verso quel Re nimicissimo 
suo; il qual Re trascorrendo, e rubando la Lunigiana, per venire a' danni 
de Fiorentini, come ancora vennero le genti di Alfonso, e del Papa, e 
del Padre, le quali in sul Sanese, e in sul Fiorentino scorrevano, fu un 
gran spavento de' popoli, che si fuggivano da questi eserciti, per essere sta. 
to il campo de' Fiorentini rotto da Alfonso, e Federigo d'Urbino. Trava- 
gliato adunque Lorenzo dagli odii vecchi della congiura del 1478., la qua- 
le io non voleva dipingere, e poi per questa guerra, e trovando il Comu- 
ne senza denari, e la peste nella-Città, e avere a combattere con un Re 
grandissimo, e con un Papa crudele, il quale non desiderava altro, che 
cacciarlo di casa, per satisfare alla parte contraria, che voleva levare Lo- 
renzo di quel governo, come tiranno di quella Repubblica, risolvè fra tan- 
ti pensieri importanti, per salute pubblica, e per util proprio, di chieder 
tregua per due mesi, e confidato nella innocenza sua sece intendere a Fer- 
dinando, che voleva andare a trovarlo a Napoli, per rimettere la somma 
delle differenze nel giudizio suo. 
P. Fu una gran risoluzione, e molto pericolosa, sapendo egli, che Ferrante 
era vendicativo; ma ditemi, quel che abbraccia Lorenzo mi pare Ferran- 
te, donde l’avete cavato: 
G. Signore, lo ritrassi quando fui a Napoli in monte Oliveto, dove sono di 
rilievo di mano del Modanino in una cappella Alfonso, e Ferrante interi, 
ginocchioni intorno a un Cristo morto, che lo somiglia, che par vivo. 
P. Egli ha un'aria molto terribile; ma chi è quaggiù basso quel grassotto, raso, 
in zucca, di quei tre, vestito di nero, che pare, che accompagnino Lorenzo? 
G. Quegli è Paolantonio figliuolo di Tommaso Soderini, come sa V. E., che 
rimase Gonfaloniere in Firenze, per mantenere il governo di Lorenzo nel- 
la Città, menandolo seco a Napoli quasi che per ostaggio; che senza che si 
sapesse per molti, andò in compagnia seco verso Pisa, mostrando di an- 
dare a vedere le possessioni l'uno dell'altro, e con piacevolezza, e senza 
avvedersene lo condusse a Napoli. 
P. Bellissimo tratto; ma quell' altro con quella testa secca, grinza, anch’ egli 
senza niente in testa, per chi lo avete fatto? 
G. E' Piero Capponi savio, e confidente di Lorenzo, il quale su padre di 
Niccolò, che innanzi lo assedio governò si bene, e si saviamente questa 
Città per il popolo; e quest'altro qua innanzi, anch' egli vecchio, e gras- 
sotto, è Giovanni de' Medici bisavolo del Signor Giovanni vostro avolo, 
che l'uno, e l'altro dicono che l'accompagnorno. 
P. Chi è quel vecchio magro dietro alla sedia del Re, accanto a quell'arma- 
to all' antica? 
G. E
	        
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