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RAGIONAMENTI
queste stanze, o d'arazzi, saremo a tempo in quelli a far tutto quello, che
avessimo mancato in questi, come abbiam fatto in quelle di sopra.
P. Non mi dispiace, perchè son tutte belle, e ricche storie; ma cominciate
un poco a dirmi, che cosa è questa, che è in questo partimento, spartita
in questa stanza nella volta in queste storie, e otto virtù ne’ cantoni di
questa camera? che è quà sopra, dove io veggo quel Re abbracciar Loren-
zo? sarebbe ella mai l'andata a Napoli?
G. V. E. l'ha conosciuta; questa è quella storia degna del grande animo
suo, piena di pietà verso la patria, e di fede verso quel Re nimicissimo
suo; il qual Re trascorrendo, e rubando la Lunigiana, per venire a' danni
de Fiorentini, come ancora vennero le genti di Alfonso, e del Papa, e
del Padre, le quali in sul Sanese, e in sul Fiorentino scorrevano, fu un
gran spavento de' popoli, che si fuggivano da questi eserciti, per essere sta.
to il campo de' Fiorentini rotto da Alfonso, e Federigo d'Urbino. Trava-
gliato adunque Lorenzo dagli odii vecchi della congiura del 1478., la qua-
le io non voleva dipingere, e poi per questa guerra, e trovando il Comu-
ne senza denari, e la peste nella-Città, e avere a combattere con un Re
grandissimo, e con un Papa crudele, il quale non desiderava altro, che
cacciarlo di casa, per satisfare alla parte contraria, che voleva levare Lo-
renzo di quel governo, come tiranno di quella Repubblica, risolvè fra tan-
ti pensieri importanti, per salute pubblica, e per util proprio, di chieder
tregua per due mesi, e confidato nella innocenza sua sece intendere a Fer-
dinando, che voleva andare a trovarlo a Napoli, per rimettere la somma
delle differenze nel giudizio suo.
P. Fu una gran risoluzione, e molto pericolosa, sapendo egli, che Ferrante
era vendicativo; ma ditemi, quel che abbraccia Lorenzo mi pare Ferran-
te, donde l’avete cavato:
G. Signore, lo ritrassi quando fui a Napoli in monte Oliveto, dove sono di
rilievo di mano del Modanino in una cappella Alfonso, e Ferrante interi,
ginocchioni intorno a un Cristo morto, che lo somiglia, che par vivo.
P. Egli ha un'aria molto terribile; ma chi è quaggiù basso quel grassotto, raso,
in zucca, di quei tre, vestito di nero, che pare, che accompagnino Lorenzo?
G. Quegli è Paolantonio figliuolo di Tommaso Soderini, come sa V. E., che
rimase Gonfaloniere in Firenze, per mantenere il governo di Lorenzo nel-
la Città, menandolo seco a Napoli quasi che per ostaggio; che senza che si
sapesse per molti, andò in compagnia seco verso Pisa, mostrando di an-
dare a vedere le possessioni l'uno dell'altro, e con piacevolezza, e senza
avvedersene lo condusse a Napoli.
P. Bellissimo tratto; ma quell' altro con quella testa secca, grinza, anch’ egli
senza niente in testa, per chi lo avete fatto?
G. E' Piero Capponi savio, e confidente di Lorenzo, il quale su padre di
Niccolò, che innanzi lo assedio governò si bene, e si saviamente questa
Città per il popolo; e quest'altro qua innanzi, anch' egli vecchio, e gras-
sotto, è Giovanni de' Medici bisavolo del Signor Giovanni vostro avolo,
che l'uno, e l'altro dicono che l'accompagnorno.
P. Chi è quel vecchio magro dietro alla sedia del Re, accanto a quell'arma-
to all' antica?
G. E