Full text: Vasari, Giorgio: Ragionamenti del Signor Cavaliere Giorgio Vasari, pittore - architetto aretino sopra le invenzioni da lui dipinte in Firenze nel palazzo di loro altezze serenissime con 10 illustriss. ed eccellentiss. Signore D. Francesco Medici allora principe di Firenze insieme con la invenzione della pittura da lui cominciata nella cupola

RAGIONAMENII 
loro i penfieri, che macchinavano velenoso, e maligno effetto? Nè pensate, 
Signor Principe mio, che il veder combattere quivi Ercole alla palude Ler- 
na con l'Idra non diletti chi considererà quella storia, potendo pascer l'ani- 
mo, e imparare a conoscere, che questo animale sia l’adulazione, e la fal- 
sità, con la quale i Principi buoni del continuo combattono, come fece Er- 
cole, i quali, quando aranno cura alla peste di questo animale, faranno sem- 
pre come fece Alessandro Imperadore, il quale cacciò di Roma tutti li adu- 
latori, che avevano prima avvelenata quella Città del suo Antecessore; non 
pare egli a V. E., che tagliasse i capi all' Idra col fuoco, a levarseli di- 
nanzi? 
Certamente si. 
G. Ma ditemi, non è una virtù grandissima quella di quel Principe, quando 
libera una Città per soffocamento di alcuni Cittadini, i quali non contenti 
d’un governo vanno con la grandezza, e superbia loro sottentrando per 
venir capi, e cercando per vie diverse tenere in sedia altrui, e voler con mal- 
vagi pensieri sotto quella ombra rubare, e vendicare l'ingiurie loro? non è 
quella di quel Signore una battaglia col superbo Lion Nemeo? Pongasi men- 
te alle storie Greche, delle quali infiniti esempli sò che sapete, e in quelle 
de' Romani a quel che intervenne a Catilina; che ragunati insieme molti tri- 
sti, e rei Cittadini, oppressi da debiti, e dal modo del ben vivere, furono 
da Cicerone Consolo soffocati, e sbranati, come il Lione Nemeo. Ed al 
tempo nostro il Duca Cosimo quanti ne ha distrutti di questi simili uomi¬ 
ni? V. E. consideri di mano in mano, chi è quello, che, se vuole esser 
tenuto Principe grande, non combatta di continuo con Cerbero cane in- 
fernale, posto a mangiare gli uomini vivi, e con l'avarizia, la quale si vin- 
ce con la liberalità, e con i doni grandi alle persone virtuose, che anno la- 
sciato memoria, come fece Alessandro Magno, Cesare, Pompejo, Lucullo, 
e molti altri, che colle magnificenze delle spese pubbliche, e con quelle fab- 
briche, che anno fatto, l'anno superata, e vinta; esempio grandissimo 
di avvicinarsi a Dio, dove tutto quello, che sappiamo di certo che non è 
nostro, con giudizio donasi alle persone virtuose, che per li scritti loro, e 
altre memorie grandi lo fanno esser loro in vita, e dopo la morte; che que- 
ſto è intervenuto più in casa Medici, che in altra moderna, per Cosimo, 
Lorenzo, Leon decimo, Ippolito, Alessandro, e il Duca nostro. Ma che di- 
rò io delle Donzelle esperidi, nel cui giardino erano i tre pomi d’oro guar- 
dati dal vigilantissimo serpente, tolti per virtù d' Ercole? se può esser più 
bella virtù in que'Principi, che spettando l’occasione, e che addormentati i 
nimici, quando men pensano al pericolo, la virtù d'un solo giudizio vin- 
ce la confusione di maggior forze; che ciò intervenne a Claudio Nerone 
che, volando con l’esercito suo vincitore, oppresse i Cartaginesi, che ad- 
dormentati, su desto dal presentarli la testa d'Asdrubale. Ma che più chia- 
ra storia di quelle, che furono (si può dire) jeri nel Duca nostro, nel 
malvagio pensiero di coloro, che furono presi a Montemurlo? Nè credia- 
te, Signor Principe, che il combattère con Cacco, sia altro, che il giusto 
sdegno, che anno di continuo gli ottimi Principi con la natura de' ladri, 
e mal-
	        
Waiting...

Note to user

Dear user,

In response to current developments in the web technology used by the Goobi viewer, the software no longer supports your browser.

Please use one of the following browsers to display this page correctly.

Thank you.

powered by Goobi viewer