Full text: Vasari, Giorgio: Ragionamenti del Signor Cavaliere Giorgio Vasari, pittore - architetto aretino sopra le invenzioni da lui dipinte in Firenze nel palazzo di loro altezze serenissime con 10 illustriss. ed eccellentiss. Signore D. Francesco Medici allora principe di Firenze insieme con la invenzione della pittura da lui cominciata nella cupola

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RAGIONAMENTI 
tante delizie, che di ciò dovremmo render grazie al grande Dio, e che 
ci faccia grazia d'essere obbedienti a questo Principe, poichè d’ogni tem- 
po le api sue ci stillano mele, che esce dalle api nate nella quercia, co. 
me vedete, che ho dipinto. Dissi di sopra, che Giove cacciò del regno i 
Padri, che lo vollono far morire; cosi il Duca nostro, ajutato dalla bontà 
di Dio, ha disperso del suo regno i falsi lupi, che anno cercato d'impedir 
li il governo, sulminando i giganti, cioè i superbi; e perchè non si muo- 
vano ha messo loro i monti addosso delle opere buone con la grandezza 
della gloria sua. Ha edificato luoghi grandi, come per il suo dominio si ve¬ 
de, non solo per difender se, ma per far comodità a' suoi amici, e servi- 
tori, che abitano le Fortezze, traendone utile, e onore; ne'suoi paesi ha 
introdotto d'ogni tempo uomini ingegnosi, dando remunerazione grande alli 
armigeri, facendo l'ordine delle Bande, per il suo Stato, de'suoi popoli, in 
segnando a chi non sa il mestiero della guerra. Ha usato la virtù dell'ospi- 
talità con gran magnificenza a tutti li Signori grandi, che sono venuti a 
veder Fiorenza, e ha deciso severamente le liti, e quelli, che anno trova- 
to con industria comodo alcuno per la sua Città, gli ha remunerati; ed è 
ſtato inventore di molte cose utili a' suoi popoli, e di tutte le virtù è sta. 
to, ed è ottimo Padre. L'aquila di Giove l'ha avuta per segno, e augurio, 
e per ispegnere li suoi nimici; e quella gli ha scorto il cammino, e ha ab- 
bracciato l'insegna sua, ed è stata quella, che gli ha confermato lo Stato, 
e che glie ne ha ampliato grandemente. 
P. Tutto sta bene; ci restano questi quattro quadri. Della Astuzia intesi il si¬ 
gnificato, cosi della Gloria, Liberalità, e Onore, che mi piacque assai. 
G. Signor mio, queste sono quelle virtù, che manterranno vivo il nome del 
Duca Cosimo sempre, perchè egli con la sperienza del governo è fatto ac 
corto; e con l'opere, che l'anno fatto conoscere, è divenuto glorioso; e 
con la pompa, e grandezza del saper farsi conoscere è stato Uomo rarissi- 
mo; e con il donare a ogni sorte di gente, secondo i gradi, è stato libe- 
ralissimo. Ma passiamo oramai a guardare l'opera de' panni d'arazzo tessu- 
ti da questi Giovani, pure con mia invenzione. Guardi V. E. questo pri- 
mo panno. 
P. Eccomi a ciò. 
G. Queste sono figurate per le nozze di Giunone sorella, e moglie di Giove. 
Perchè la fanno sorella di Giove? 
Per essere stata prodotta da quelli stessi segni, che furono in Giove, sen. 
do nati di Opi, e Saturno. Questa è la Dea delle nozze, e matrimoni. 
e ha quattordici Ninfe, che mai se le partono d'intorno; alcuni voglio- 
no, che sieno le qualità delle cose, che partorisce l'aria. In quest'altro 
panno che segue è la storia di Europa amata da Giove, il quale coman- 
dò, che Mercurio cacciasse via gli armenti delle montagne di Fenicia; do- 
ve essendo Europa nel lito con altre donzelle scherzando, Giove si cangiò 
in un bellissimo toro, e si pose nel mezzo delli altri armenti; vedendo Eu- 
ropa si bello, e raro animale, e con maniere piacevoli cominciando a 
farli carezze, la ridusse a montarvi sopra, e pianpiano accostatosi al lito 
saltò nel mare, e la portò fino in Creta, dove partori, e fece con tanta 
deſtrezza
	        
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